In effetti, ogni aumento dell'1% dei tassi d'interesse si traduce in 150/175 miliardi di dollari in più all'anno da destinare al pagamento degli interessi sul debito degli Stati Uniti. Per cui la Fed e gli Usa hanno la necessità di mantenere i tassi bassi. E devono poterlo fare usando un linguaggio idoneo a convincere i mercati che la FED non è con le spalle al muro e ha a disposizione altre possibilità in materia di tassi e, più in generale, di politica monetaria; anche se la realtà è diversa. Ecco spiegato il significato dell'espressione "dopo un tempo considerevole", che in realtà è uno stratagemma per non compromettere la credibilità della FED.
Ma non finisce qui. Attualmente le banche statunitensi sono sedute su oltre 236.000 miliardi dollari di derivati. Di questi, l'81% (191 trilioni) si basano sui tassi di interesse. In altre parole, attualmente le banche statunitensi hanno scommesso un importo pari ad oltre il 1.100% del PIL degli Stati Uniti sui tassi di interesse. Indovinate quali sono le banche esposte in derivati? JP Morgan, Citigroup, Goldman Sachs, Bank of America e altra roba simile. Che poi sarebbero le stesse banche che sono state salvate dalla stessa FED tra il 2008 e il 2009, successivamente allo scoppio della crisi, dopo che avevano posto in essere le stesse pratiche di cui abbiamo appena accennato. Quali sono le probabilità che la Fed, a breve, alzerà i tassi in modo significativo rischiando di far saltare in aria tutto il sistema? Vicine allo zero, direi. Lasciate perdere il linguaggio della FED e delle altre banche centrali. Tutto si fonda sull'illusione. E' l'epoca della bolla più grande che la storia ricordi. Almeno fino a quando non scoppierà.