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Se la sanità è in crisi, il gruppo IDI - San Carlo di Nancy - Villa Paola è andato oltre

Creato il 01 marzo 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

di Marina Angelo
Se la sanità è in crisi, il gruppo IDI - San Carlo di Nancy - Villa Paola è andato oltre.Che fosse arrivato alla frutta, lo avevamo capito già a dicembre. I segni erano chiari per tutti, ma, come per il sordo che non vuol sentire, non c’è cieco peggiore di chi non vuol vedere, ed oggi, si passa all’amaro che, più che un digestivo è simile al fastidioso retrogusto che rimane in bocca.
Dopo il polverone alzato dai mezzi di comunicazione ma purtroppo durato troppo poco per sollevare i tetti che scottano, Ruggero Valentini si apprestava a placare animi e cuori con un editoriale al quale rispondevamo con una lettera aperta, senza comunque riceverne mai risposta.
Per il Frate, in soldoni, si era trattato solo di un pasticcio mediatico…insomma, si sarà confuso in pasticceria perché a parte riportare i fatti, non avevamo avuto la necessità di condire una storia già abbastanza piccante. Oggi della Congregazione nata in pieno Risorgimento sotto la dominazione Austro Ungarica, ma ancor più dei suoi valori, resta ben poco.
I frati carismatici di sanità, assistenza alla gioventù disagiata e assistenza agli anziani, lagati alla loro congregazione con il voto dell’obbedienza, della castità e della povertà, sono stati “obbligati” al silenzio sulla questione così, se prima poco o nulla filtrava, adesso il divieto di parlarne anche tra di loro è caduto, mai come in questo caso, dall’alto. Ad oggi di quell’illustre lavoro e di quelle eccellenze che hanno fatto l’IDI sovrana della dermatologia italiana, resta solo la professionalità e la preparazione dei suoi operatori sanitari, del resto poco o nulla. Ma se la nomea che il passato del Prof. Rino Cavalieri, di Pade Pietro Carrazza o di fratel Emanuele Stablum (insignito della "medaglia di giusto tra le nazioni" dallo stato di Israele perché aveva nascosto e aiutato tanti ebrei romani, salvandoli dalla deportazione e dal genocidio nazista) è stata la vera garanzia per le banche, e non solo, oggi, per il modus operandi di padre Decaminada, pure quella rischia di sgretolarsi.
Se la sanità è in crisi, il gruppo IDI - San Carlo di Nancy - Villa Paola è andato oltre.Eppure un decalogo, più che una triade di carismi, o di voti, impone la correttezza e tra le "tavole della legge" anche il non dire falsa testimonianza. Questa sembra più la negazione della storia dell'impegno assistenziale della "chiesa cattolica universale", questo è il fallimento di una filosofia che ha ispirato le Congregazioni Religiose Ospedaliere dal Medioevo in poi, questa è la negazione dei principi che hanno ispirato San Giovanni di Dio e altri grandi uomini di chiesa che hanno dato la loro vita per i bisognosi e gli ammalati, questo è il capitolo finale, l'apocalisse, che macchia in modo indelebile e le rende responsabili, anche le più alte gerarchie ecclesiastiche vaticane, che continuano a farsi ingannare da un prete di una piccola Congregazione Religiosa molto scaltro e ben "ammanicato"!
E' vero che stanno controllando, è vero che hanno mandato il "Visitatore" e pare che il 23 gennaio abbiano esortato per lettera la Congregazione a cambiare atteggiamento, ma le esortazioni e i tempi della chiesa non sembrano sufficienti ad impedire un disastro annunciato!
E dopo le notizie di "fallimento" che riguardano il Policlinico Gemelli, dopo il disastro del San Raffaele c'è veramente da chiedersi ma chi c'è dietro tutto questo? Chi avrà vantaggi da tutto questo? Forse Comunione e Liberazione, forse l'Opus Dei? O forse qualche privato pieno di soldi che ha bisogno urgente di investire e di differenziare?
Se la sanità è in crisi, il gruppo IDI - San Carlo di Nancy - Villa Paola è andato oltre.Uno spiffero, intanto, fa arrivare a 660 milioni di euro la stima del debito del gruppo. Un debito che supera di molto il valore di tutte le proprietà della Congregazione e che inizia a far preoccupare non solo i lavoratori. Qualche puntata fa, la storia della congregazione segnava nella data del 24 gennaio 2012 all’interno un cambiamento, ma solo di facciata. Via tutti i frati della comunità religiosa dell'IDI e la presidenza dell'ospedale viene riassegnata al Superiore Provinciale.
La eco mediatica non ha giovato al già triste operato di Padre Decaminada che ha fatto un passo in seconda linea, ma solo sulla carta, probabilmente in virtù della cessione del San Carlo (uno dei tanti "beni" acquisiti per volontà di Franco e adesso in vendita, pare al gruppo ospedaliero che possiede l'ICOT di Latina la GIOMI SpA di Manuel Miraglia) Insomma secondo il “Super Franco”, per liberarsi della stessa Congregazione che lui paradossalmente terrebbe al guinzaglio con il ricatto, bastava mettere apposto le carte e continuare a ricoprire il ruolo che fino a quel momento si era imposto (ed aveva imposto) di fare: comandare. Non solo. Secondo i piani contorti del grande capo vendere una parte di azioni al miglior offerente (cogestione), non sottintendeva alzare i tacchi. Al contrario. Decaminada vuol vendere ma alle sue condizioni: una fra tutte restare “sovrano”.
Nel frattempo però, mentre in tutta Italia scoppiano le emergenze e gli scandali sulla sanità, nessuno ha fatto un giro per i corridoi dell’IDI che, se in tempi ormai troppo remoti ma non così tanto da dimenticare come brillavano insieme ai bagni, per chi l’Istituto Dermatologico a Roma lo frequenta da tempo, vederli sporchi o non puliti come prima, non è solo una sottigliezza, è palesare l’ovvio. E non solo.
Pochi giorni fa, l’ennesima assemblea tra sindacati, Congregazione e lavoratori, metteva in discussione sempre il solito problema: i pagamenti. E, a volerla dire tutta, parlando di pagamenti bisogna fare riferimento sia ai lavoratori sia ai fornitori (ad esempio quelli della mensa che continua a dispensare i pasti senza però aver un euro in cambio).
Tutto ciò è visto con estrema preoccupazione dai dipendenti e dai medici dell'ospedale. I sindacati festeggiano in quanto sono stati riconosciuti a tutti aumenti di stipendio e perfino il pagamento degli arretrati contrattuali, in tal modo il sindacato è stato azzittito e tutti i lavoratori non possono più protestare in quanto hanno ottenuto gli aumenti salariali; ma a cosa serve, se tutto questo ci porterà nelle mani di un gruppo privato o peggio al fallimento?
 Se la sanità è in crisi, il gruppo IDI - San Carlo di Nancy - Villa Paola è andato oltre.Certo che il “caro” capo ha proprio pensato in grande: quale modo migliore per impossessarsi di tutto, se non gestire "da cani" un'azienda florida portandola al fallimento, per poi rientrare trionfante sotto mentite spoglie?
E cosa penserà il Vaticano di questa storia e di questo "lieto" fine?
E cosa pensano quei pochi frati rimasti nella Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione?
Ecco cosa voleva dire Il Superiore Generale Ruggero Valentini quando diceva che non si poteva fermare un treno in corsa (il treno che porta alla cessione del gioiello di famiglia). La storia è succulenta sotto molti aspetti, per certi versi angosciante e per certi versi esaltante dipende dai punti di vista.
Per il giornalista o per qualche provetto investigatore forse ci possono essere risvolti positivi, ma per i lavoratori e per i medici dell'IDI resta solo una grande amarezza e un futuro incerto!
Il nostro pensiero va anche a tutti quegli ammalati e utenti dell'Istituto Dermopatico, che ancora oggi si recano ai Monti della Creta per essere curati e assistiti nella speranza che quel barlume di carita e amore per gli amalati che ispirò Padre Luigi Monti, possa rinascere al più presto e torni a brillare fulgida nel mondo dell'assistenza medica e della ricerca scientifica.
L'augurio, dunque, è che in vista della Pasqua  si parli di resurrezione più che di '"ultima cena".
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