La prima. Filippo Nicosia, che con mille euro ha comprato un vecchio furgone e li ha caricati di libri con cui andrà in giro per la Sicilia, ogni giorno un luogo, una piazza, un'occasione di incontro. Con la consapevolezza che i libri non sono articoli in vendita come gli altri. Con questa consapevolezza e l'orgoglio: "Venderò solo libri che mi piacciono, e saprò raccontarli meglio". (per seguire la sua avventura c'è anche un blog)
La seconda. Davide Ruffinengo, un altro libraio itinerante, e prima di tutto un "personal reader", espressione che mi era ignota, ma che, a ben considerare, richiama ciò che ogni autentico libraio dovrebbe fare: suggerire, consigliare, porgere il libro giusto per ognuno. Anche lui si è messo per strada. Se Filippo ha chiamato il suo progetto Pianissimo, il suo è una citazione: Il libraio suona sempre due volte.
La terza. Valentina Rizzi, che con il finanziamento di un bando della creatività si è comprato un Ape e ne ha fatto una libreria itinerante, a caccia dei propri lettori. Un'altra book car, ora le chiamano così: e mi piacciono.
Cronache dal paese della desertificazione culturale. Sorpresa: le oasi ci sono ancora. Anzi: le oasi non stanno più ferme.