Se non mi vedete più,iniziate a spalare la neve!

Da V

Prima o poi doveva arrivare,era inevitabile. Solo che arriva sempre quando sono costretta ad uscire di casa. Dovevo incontrare un professore per dei tirocini alle 12 e armata di ombrello,ogni sorta di capo d’abbigliamento e già due caffè in corpo mi avvio a piedi verso l’ospedale. Normalmente da casa del mio moroso ci vogliono dieci minuti,ne ho impiegati venti e dopo mezzo secondo che ero uscita avevo già le calze zuppe. Sentivo i mie piedi fare plich ploch,la spalla che si piegava sotto il peso della borsa piena di libri e un pensiero tremendo in testa:allagherò l’ospedale con tutta l’acqua che ho nelle scarpe. L’incontro,nonostante sia stato brevissimo e non abbia datto nulla che non potesse dire in una mail,è stato comunque interessante. Sto ritrovando la vecchia me,piano piano,sperando che non venga fatta fuggire nuovamente da eventuali e possibili batoste. È stata una giornata produttiva come nn ne avevo da un po’,nonostante abbia distrutto un paio di scarpe e abbia probabilmente la febbre.

Però.

Però non lo so,ho una strana ansia addosso.

Specialmente per evitare il malumore che il mio compleanno mi regala ( che quest’anno sarà gigantesco) non solo il giorno in questione,ma anche la settimana prima e quella dopo,vado via. Vado in un posto caldo,lontano. Niente Rayan questa volta,passaporto alla mano. Dovrò scovare i soldi per il biglietto,ma fa niente. Qui non c’è nulla per me,ciò che conta non ci sta in valigia,ma sta benissimo nel posto a fianco al mio. Potrei organizzare un meet V.,ma sarebbe un po’ problematico credo.

Ansia.

Ansia.

Ansiaansiaansiaansiaansiaansiaansiaansiaansiaansia.

È come essere in tunnel di cui non vedi la fine. I desideri cambiano,ma è difficile cambiare se stessi.