“Se non ora, quando?”: il 31 ottobre le donne scendono in piazza per rileggere la Costituzione, Roma

Creato il 23 ottobre 2014 da Alessiamocci

Che la donna abbia pari diritti nella società, è un fatto ormai risaputo, così com’è noto il suo impegno politico e socioculturale persino nella rilettura della Costituzione.

D’altra parte la Storia lo insegna: da secoli le donne s’impegnano affinché non sia loro riconosciuto solo il ruolo di moglie e di madre; non che ci sia qualcosa di strano – dopotutto fa parte della loro indole –, ma di sicuro sono dotate di spirito critico e di volontà nel partecipare attivamente all’interno della società e hanno idee e opinioni che potrebbero essere utili per migliorare la vita di tutti i cittadini.

«Tremate, tremate! Le streghe son tornate», si udiva urlare in coro per le strade italiane negli anni Settanta. Sì, le «streghe» − termine adottato dalla società maschilista e patriarcale, per indicare la paura nei confronti delle donne, legata per lo più alla forza generatrice del sesso opposto che avrebbe potuto rovesciare il sistema sociale che era stato creato fino a quel momento −, erano tornate davvero, ma unite per farsi valere e ottenere finalmente la dignità che è sempre spettato loro.

Certo, ne è passato di tempo dalla seconda ondata del femminismo; la prima, lo ricordiamo, risale alla seconda metà del Settecento, e ha visto la partecipazione di donne socialmente e politicamente impegnate come Olympe de Gouges – che, con la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina del 1791, pose le basi per fondare una società in cui le donne avrebbero potuto partecipare alacremente −, e Mary Wollstonecraft che, nello stesso periodo dell’attivista francese, scriveva la sua opera A Vindication of the Rights of Woman (Rivendicazione dei diritti della donna, del 1792). Così, nel nostro tempo le donne hanno raggiunto alcuni importanti progressi socioculturali che, altrimenti, le avrebbe viste ancora delle esiliate.

Ma fino a quale punto si sono verificati questi miglioramenti? Per esempio, oggi le donne occupano ruoli importanti persino nel Parlamento, e, sempre più spesso, si parla di «quote rosa», che consistono in alcune norme volte a tutelare la parità di genere all’interno degli organi rappresentativi, garantendo loro un numero di posti riservato nelle liste elettorali. Si parla, inoltre, di uguaglianza salariale, accesso al mercato del lavoro e conciliazione famiglia-lavoro.

Perché, diciamocelo, le donne sono forti, certo, ma non sono mica delle Wonder Woman. Non solo, ma anche fra le stesse ci sono pareri diversi: chi crede fermamente agli ideali del femminismo, chi, invece, rivela una personalità più moderata e tollerante e si chiedono se sia utile estremizzare, oppure giungere in qualche modo a un accordo con gli uomini. In fondo, tutti hanno pari diritti e doveri, senza distinzioni di sorta. Se tutti capissero questo punto, sarebbe già un bel passo avanti.

In attesa che questo accada, ci sono donne che continuano a impegnarsi e si uniscono in comitati promotori, come quello creato dalle attiviste di Se non ora quando, che il 31 ottobre si danno appuntamento a Palazzo delle Esposizioni di Roma, con Luisa Muraro, Giulia Bongiorno, Michela Marzano, Lea Melandri e Marlisa D’Amico. Tutte unite per discutere sulla Costituzione e su quelle parti che, ormai è fatto noto, non si sono concretate e sono rimaste lì come parole scritte su carta. Quei dodici articoli che sono stati declamati perfino da Roberto Benigni come se fossero dei versi lirici, in quel mirabile programma televisivo che è stato La più bella del mondo che è, poi, la nostra Costituzione.

Ed ecco che quindi le rappresentanti di Se non ora quando leggeranno davanti ai presenti cinque articoli della Costituzione (3, 22, 29, 37 e 51), che mostrano un linguaggio che per molti è «antico», ma che è lo stesso dei tempi in cui quei principi furono scritti; sono gli ideali che tutti auspicano, come quelli che fanno capo all’articolo 3 in cui si dice che: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Il compito della Repubblica, dunque, è di rimuovere gli ostacoli dal punto di vista economico e sociale, che rischiano di limitare la libertà dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana, e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Di grande importanza è anche l’articolo 51, sul quale la regista Francesca Comencini ha riflettuto di più, creando il video di presentazione della protesta, perché è di quest’ultima che si tratta. «Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. La legge può, per l’ammissione dei pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro».

Questi sono gli argomenti principali di cui il gruppo di Se non ora quando si occuperà, formato da donne diverse per età, professione, provenienza, appartenenza politica e religiosa. Il loro comitato è trasversale, plurimo e aperto, poiché accoglie le donne che appartengono alle diverse associazioni femminili, ma anche le donne indipendenti del mondo della politica, dei sindacati, dello spettacolo, del giornalismo, della scuola e di tutte le professioni.

Il 13 febbraio 2011 le donne rappresentanti del movimento hanno lanciato un appello: «Se non ora, quando?», e molte hanno risposto «Adesso!», perché ora più che mai si ha il bisogno di far valere i propri diritti. Eppure, il loro obiettivo non è di motivare gli ideali femministi, bensì riconoscere che l’Italia è un paese per tutti i suoi cittadini. «Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne», è la spiegazione che hanno dato le donne appartenenti al comitato promotore.  

Se non ora quando? Il 31 ottobre, il giorno in cui le donne rileggeranno la Costituzione a Roma.

Written by Maila Daniela Tritto

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