Terra riarsa dal sole, distante da tutto. Eppure non la cambierebbe con nient'altro, Amos Oz, lui che ogni mattina si sveglia prima del sole, per inoltrarsi nel deserto. La sua scrittura, spiega in una recente intervista ad Antonella Barina, ha bisogno del deserto.
Ogni mattina alle cinque, quando è ancora buio, mi incammino tra rocce e sabbia. Da solo, nel silenzio più profondo, osservo il sorgere del sole. Il deserto rappresenta quel che è eterno contro ciò che è provvisorio. Mi è indispensabile per scrivere.
C'è quel silenzio, c'è quella luce che saluta il nuovo giorno, prima di ogni pagina di Amos Oz.