Legge in tv qualche verso di Wislawa Szymborska, la poetessa polacca, e un nome impronunciabile diventa un best-seller. E si dirà, sempre di un premio Nobel comunque si tratta.
Però succede anche che nella sua rubrica su L'Espresso parla - e parla assai bene - di uno semisconosciuto autore romagnolo, Eugenio Baroncelli, a cui finora l'attenzione dei lettori non aveva fatto seguito agli indubbi meriti. Ed ecco che in pochi giorni i suoi titoli scalano le classifiche.
E dunque, sono contento per Baroncelli, di cui avevo già parlato. Lo stesso Espresso, con Maria Simonetti, nell'ultimo numero riflette su quanto è successo - titolo quasi obbligato, Mi manda Saviano - e così parla di Baroncelli:
L'hanno definito un eccentrico, uno sfacciatamente bravo, un raffinatissimo letterato, un maestro di erudizione appassionato di tassonomia, l'arte dell'erudizione. Certo non scrive per le masse, con quelle citazioni astruse, collegamenti, doppi sensi e giochi di parole che più colti non si può. Però è un ricercatore indefesso e le sue storie sono affascinanti.
Mi piace tutto e darò anch'io una mano alle classifiche di Baroncelli. Però, che ci sia voluto Roberto Saviano...