Tra i tanti uomini grigi (da Mattarella giù giù fino a Tronca) di cui il nostro Primo Ministro si deve circondare per emergere lui come quello più figo, il nostro commissario si sta distinguendo. E finché si distingue solo per robe patetiche e ridicole è un conto ("non faccio il concertone dell'ultimo dell'anno perché farlo è una scelta politica e io sono il commissario", salvo poi essere preso per le orecchie proprio dai politici che gli hanno imposto di farlo), altro conto è quando si trascende nelle cose serie.
L'altro giorno un gruppo, probabilmente, di urtisti e centurioni hanno bloccato il Colosseo per protestare contro le norme che finalmente vietano ad ambulanti e figuranti di umiliare alcune delle aree monumentali della città vendendo parannanze, Torri di Pisa, David di Benvenuto Cellini e statuette di Francesco Totti oltre che di disturbare, raggirare e violentare fisicamente i turisti. Così riporta il Ministero dei Beni Culturali con una nota il giorno 17 dicembre.
Mezz'ora di stop alle visite per il più importante monumento italiano. Ma c'è di più. Da qualche tempo, grazie ad una mossa astuta e giusta del Ministro Dario Franceschini, musei e monumenti sono considerati beni essenziali, servizi primari. Questo ha conseguenze financo sul diritto di sciopero. Significa che per la legge se blocchi l'accesso ad un museo o ad un bene culturale la cosa equivale penalmente a bloccare un treno sedendosi sui binari o, di più, a bloccare il pronto soccorso degli ospedali. Ne più e ne meno.
Alle 12.15 un gruppo di manifestanti, probabilmente centurioni e urtisti, hanno preso d’assalto gli ingressi del Colosseo, ribaltando le transenne dell’entrata e impedendo l’accesso ai visitatori.Mentre le forze dell’ordine fronteggiavano la contestazione, gli ingressi del Colosseo sono stati chiusi per circa mezz’ora.
Ne consegue che i facinorosi che secondo il Ministero, e dunque secondo lo Stato, hanno "ribaltato le transenne" andavano arrestati. Sono stati arrestati? No. Sono stati il giorno stesso ricevuti dal prefetto Gabrielli che, mettendosi a loro totale disposizione, gli ha costruito un appuntamento con il Commissario Tronca il quale ha accettato, ha incontrato dei personaggi che invece dovevano stare in galera e ha chiuso il tutto con il comunicato che vedete qui.
E così al Colosseo se sei un dipendente e vuoi scioperare e protestare per le tue condizioni non puoi più farlo per legge perché interrompere l'attività del monumento è diventato vietato. Se invece sei uno che il Colosseo lo sfrutta da anni per vendere paccottiglia allora sì, allora puoi bloccarlo e invece di venire applicata la legge su di te, vieni portato in trionfo nel palazzo civico del Campidoglio e poi via a comunicati stampa smielati subito dopo a prefigurare un indietreggiamento su decisioni sacrosante. Una pagina vergognosa per questa città.
Noi per primi siamo convinti che per gli urtisti vada trovata una soluzione (non per i centurioni) benché si tratti di imprenditori che hanno totalmente sbagliato scelte nella loro vita professionale e solitamente quando sei un imprenditore e quando le tue scelte sono sbagliate allora ne paghi le conseguenze.
Ma ad ogni modo la soluzione l'abbiamo prefigurata qui questa estate. Le licenze di questi signori vanno permutate con qualcos'altro. E la merce di scambio più sensata è una licenza taxi. Il Comune può farlo, lo faccia. E la smetta di accogliere chi si comporta in maniera illegale ed in civile. Chi blocca il Colosseo per mezz'ora deve finire a Regina Coeli, non salire il colle dell'Ara Coeli.