'Se Sso e' meglio

Da Simonetta Frongia
"Una rubrica on line, dal nome 'Se Sso e' meglio!', sul portale diregiovani.it per offrire uno spazio ai giovani che li aiuti ad affrontare il tema della sessualita', insieme alle domande e ai problemi che genera negli adolescenti".
É questa l'iniziativa lanciata dall'Istituto di Ortofonologia (IdO), come spiega una nota, che verra' presentata il 20 settembre in occasione della tavola rotonda su "Affettivita' e sessualita'", al Palazzo San Macuto, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati alle ore 10. Tra gli ospiti ci sara' il ministro della Gioventu', Giorgia Meloni.
Da un'indagine svolta dall'equipe di psicoterapeuti dell'IdO sul distacco tra affettivita' e sessualita', condotta su un campione di oltre 1.600 ragazzi delle scuole medie e superiori tra gli 11 e i 19 anni, risulta che per "7 ragazzi su 10 il sesso e' puro piacere. Infatti, circa il 70% dei giovani- precisa la nota- sostiene che non e' necessario essere innamorati per avere rapporti sessuali".
Dato confermato dal fatto, come spiega ancora l'indagine, che "circa il 50% degli adolescenti afferma di essersi innamorato una sola volta e che, per la stragrande maggioranza, e' difficile parlare di amore: l'85% preferisce parlare di amicizia".
Insomma "si sentono pronti per gestire delle relazioni intime, ma- sottolinea il comunicato- mettono alla porta la dimensione affettiva".
Questo e' solo uno dei dati che emerge dall'indagine dell'Istituto, e che dimostra "la necessita' di costruire uno spazio di approfondimento come la rubrica on line 'Se Sso e' meglio!' sul portale diregiovani.it, con l'obiettivo- aggiunge l'Istituto di Ortofonologia- di aiutare e informare i giovani, troppo confusi sul tema della sessualita', rispondendo ai dubbi e alle paure piu' frequenti tra gli adolescenti, tramite uno spazio di counseling gestito sul portale da esperti medici e psicologi".
Interverranno alla tavola rotonda il ministro della Gioventu', Giorgia Meloni; il presidente della VII commissione Cultura, Scienza e Istruzione, Valentina Aprea; l'esponente della XII commissione Affari Sociali, Paola Binetti; il direttore Pastorale Universitaria Diocesi di Roma, mons. Lorenzo Leuzzi; il presidente della Anp, Giorgio Rembado; il presidente della Sima, Silvano Bertelloni; il vicepresidente della Sigia, Maria Chiara Lucchetti; il direttore dell'IdO, Federico Bianchi di Castelbianco, e la responsabile del servizio di Terapia IdO, Magda di Renzo.
Sinceramente in questa Italia bigotta, che da una parte nega e censura il sesso come qualcosa di cui non si può parlare in nome di una "cristianità culturale", ma che nella realtà tutti praticano (a partire proprio da alcuni membri della chiesa) e, che dall'altra invece il sesso lo porta in ogni luogo: pensiamo alle strade ricoperte di cartelloni pubblicitari dove il sesso la fa da padrone, era necessario che si parlasse di sesso in modo chiaro, serio, senza censure, senza tabù (speriamo, sia così). Non possiamo, infatti, negare una parte fondamentale della nostra personalità: noi nasciamo da un atto sessuale e, all'atto della nascita veniamo identificati come genere sessuale maschile o femminile. La nostra crescita è costantemente condizionata da questa identità e, dalle domande che tale identità ingenera in ognuno di noi, allora perché negare un aspetto di tal portata?
In quanto educatrice, insegnante e, soprattuto mamma ritengo sia necessario portare, all'interno della nostra  società una cultura della sessualità che, ben inteso non intende necessariamente parlare del Kamasutra (ma se servisse anche di questo si può parlare) ma si intende tutta una serie di problematiche inerenti l'affettività, il sentimento, l'amore, l'amicizia, la crescita, le domande frequenti rispetto a cosa siamo biologicamente e sessualmente, problematiche che andrebbero affrontate normalmente in tutte le fasi di crescita del bambino/ragazzo a partire dai primi anni di età. Quando un bambino ci chiede " Come sono nato?"; " Come nascono i bambini?", e quando fa osservazioni sulle differenze tra la mamma ed il papà, o tra gli stessi compagni non bisogna evitare o vergognarsi di rispondere, poiché una risposta non data apre dubbi più profondi, se si risponde con una bugia, il bambino capisce ed inevitabilmente smetterà di chiedere per andare a cercare altrove le risposte o si darà delle risposte, che nella maggior parte delle volte sono molto discordanti con la realtà e per questo stesso, molto dannose. In ultimo aggiungo che "Un bambino che sa, può difendersi da chi, ad esempio, volesse abusare della sua innocenza. Un bambino che sa può difendersi", "Un bambino, un ragazzo che è consapevole delle propria sessualità è una persona consapevole di se stessa, della propria identità e del proprio posto nella società". Quindi spero che progetti simili si diffondano in tutto il paese, per debellare il falso moralismo ed il bigottismo che non hanno mai dato, a nessuna civiltà, l'impulso alla crescita, ma semmai alla de crescita!
Simonetta

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