Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas

Da Zaffira01

Sì, lo so, questo libro è uscito da un pezzo, di pubblicità gliene hanno fatta che basta, ma ci tengo comunque a dire la mia, visto che è stato per un periodo nelle classifiche dei libri più venduti e che ormai l'ho letto.

TITOLO:  Se ti abbraccio non aver paura
AUTORE: Fulvio Ervas
CASA EDITRICE: Marco y Marcos
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2012
PAGINE:319
ISBN:9788871686141

" Se ti abbraccio non aver paura" narra del viaggio che Franco Antonello e il figlio Andrea hanno fatto attraverso l'America nell'estate del 2010. Fin qui niente di strano, se non fosse che Andrea è un ragazzo autistico. Secondo gli specialisti, un individuo autistico ha bisogno dei suoi ritmi, dei suoi punti di riferimento, di vivere all'interno di un mondo che conosce. E proprio per questo la decisione del padre di Andrea appare ancora più pazzesca: attraversare l'America in moto, andando alla ventura, zaini in spalla e cartine alla mano, verso l'ignoto, macinando chilometri su chilometri.
Un'avventura all'apparenza così "leggera" (si fa per dire) si carica però di altri significati: è il viaggio di un padre alla ricerca di suo figlio, che, rinchiuso nel suo microcosmo, non riesce a comprendere. E' un viaggio alla ricerca della libertà, del sogno, che porterà Andrea e suo padre a conoscere persone che mai avrebbero immaginato di incontrare, ad attraversare alcune fra le città pià famose degli States e ad attraversare il confine messicano, a guardare verso il domani.



A parer mio, un libro non è fatto soltanto di stile, di tecnica e di grammatica corretta. Ma allo stesso tempo, non è fatto nemmeno soltanto dalla storia. Affinché un libro si possa dire "bello" devono esserci tutti questi elementi.
In "Se ti abbraccio non aver paura" la trama sicuramente c'è, ed è tanto più originale perché è vera, ed è stato lo stesso padre di Andrea a raccontarla a Fulvio Ervas. Per quanto riguarda invece lo stile, mi ha lasciata un po' delusa, soprattutto all'inizio.

Di un libro che affronta, anche se in modo particolare, un tema serio come quello dell'autismo, vorrei poter soltanto cantare lodi, ma, per amor del vero, devo dire che pur non avendo tradito le mie aspettative - anche perchè in realtà non ne avevo- non mi è rimasto granché di questa lettura e temo che la colpa sia da atrtibuire principalmente allo stile dell'autore e ad alcune sue scelte.

Stile che è molto semplice, quasi sempre lineare - ma che nei momenti in cui non lo è, confonde un po' il lettore - teso forse ad ampliare il pubblico rendendo il libro accessibile anche ai ragazzi più giovani, ma che, forse proprio per questo, ho trovato troppo "semplicistico", molto, forse troppo, diverso dagli stili cui sono abituata.

La prima parte è stata in assoluto la più noiosa. Sarebbe superfluo stare qui a dire quanto grandioso e pazzo sia stato il padre di Andrea, il ragazzo autistico, quanto coraggio abbia avuto, quanto importante sia stata la sua scelta. Il significato è sicuramente profondo, il tema è serio, ma ciò non toglie che il lettore si possa comunque annoiare, perchè le città visitate vengono citate e descritte ( si fa per dire) e dal momento che esse sono numerose, per un tratto la storia si riduce soltanto all'elenco dei posti visitati e alle cose viste o fatte. Il che non è esattamente entusiasmante.

E a proposito di elenchi, altra cosa che mi ha un po' infastidita è la "sommarietà" della narrazione: al centro Andrea e il padre, che è il narratore, tutto il resto, tranne quando non viene tirato in gioco, resta quasi sfocato, non ben delineato, rimane sfuggente.

La materia, ripeto, è buona, ma secondo me avrebbe potuto essere trattata in un modo diverso, con un leggero approfondimento che non avrebbe fatto male. Tutto sommato, però, la lettura alla fine si rivela piacevole, l'attenzione del lettore viene catturata soprattutto alla fine, quando non più i luoghi, ma le persone sono al centro dell'attenzione. E' comunque un libro che ha qualcosa da comunicare, ma non è certo uno di quelli indimenticabili che non ti stancheresti mai di leggere, almeno per come la penso io.