SE TI ABBRACCIO NON AVER PAURA, Fulvio Ervas

Da Motociclistidatavola
Allora, una doverosa premessa: questo non è il classico libro da MdT, la moto c'è, il viaggio pure ma qui stiamo parlando di qualcosa di un po' diverso.
Questo libro racconta di un lungo viaggio di un padre con suo figlio, col suo ragazzo, per dirla come si direbbe dalle nostre parti. Un viaggio attraverso gli Usa prima e attraverso buona parte del continente americano poi.La moto è presente durante la prima parte del viaggio, durante il coast to coast dalla Florida all'oceano Pacifico. Poi i due protagonisti prendono altri mezzi, fanno altri viaggi.Il libro è scritto da Fulvio Ervas che raccoglie appunti e ricordi di Franco, il padre, e li riordina in un lungo racconto ricco di emozioni.L'aspetto forte, il pugno nello stomaco di questo libro, di questo viaggio è all'inizio, quando scopriamo che Andrea, il figlio, soffre di autismo. Il viaggio diventa quindi qualcosa di diverso, una nuova forma di terapia, un momento di condivisione, di intimità, di scoperta. Franco decide di partire in moto assieme al figlio nonostante tutti. Nonostante pareri illustri, pareri non pertinenti e consigli non richiesti. Parte perchè ha bisogno di partire, ha bisogno di sperimentare ancora, ha bisogno di scoprire qualcosa di nuovo su suo figlio, qualcosa che non sia la routine nella quale si muovono da quando hanno scoperto della sua malattia.La moto quindi diventa l'emblema massimo del concetto di libertà e il viaggio diventa trasversale, diventa scoperta, diventa rischio.Il racconto delle gesta dei due è un ottovolante, si passa da problemi quotidiani come mangiare e lavarsi i denti a problemi ben più grossi, come recuperare benzina in mezzo al nulla o combattere pioggia e altro. Il ritmo e questo continuo saltare da una quotidianità che potrebbe essere la nostra ad una serie di problemi la cui complessità possiamo solo intuire sono la cifra stilistica che ci fa divorare una pagina dietro l'altra. Dentro di noi cresce una simbiosi coi due personaggi e come Bastian ne “La storia infinita” il nostro unico desiderio è che il viaggio continui, che ogni singola problematica passi. Ci sono momenti molto forti, molto intensi, come quando Franco sta male (intossicazione alimentare) e si ritrova ad affrontare due demoni, il suo dolore e la paura per suo figlio nel caso lui perdesse conoscenza. Costantemente veniamo messi davanti a piccoli problemi che però non sono piccoli ed alla forza con cui Franco ed Andrea li affrontano. Franco è un padre coraggioso e in questo viaggio lo dimostra continuamente, prende sempre decisioni giuste ma spesso contrarie a quelle che potremmo suggerire noi dalle nostre poltrone fatte di comodità e quotidianità così lontana da quella di Andrea.E' un libro che ho fortemente amato e che fatico a commentare oltre proprio per la quantità di emozioni che mi ha fatto vivere, per tutte le volte che ho trattenuto il fiato, che ho sorriso per un problema che non mi ero posto o che mi sono vergognato per una delicatezza che non pensavo potesse servire.Un libro estremamente piacevole nella scrittura, senza inutili virtuosismi. L'autore ha una storia molto forte e cerca solo di mettere al posto giusto ogni emozione, senza accentuarle (non c'è bisogno) e dandogli un contesto che le esalti e le renda accessibili.Un libro che vi consiglio, vi consiglio per il viaggio, vi consiglio perchè vedere la forza della gente è terapeutico anche per noi. Poi c'è la moto, ci sono gli USA, la route 66 e tutto quello che potremmo desiderare da un viaggio in moto attraverso gli USA:Se vi capita leggetelo, ne sarete rapiti e conquistati.

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