Se tutte le parti del corpo fossero uguali

Da Femminileplurale

In uno dei suoi ultimi post, Metilparaben affronta il tema spinoso della prostituzione. La speranza, dice l’autore del post, è quella di essere governati da chi ha, rispetto ad essa, una visione ‘laica’. Questa visione laica consisterebbe innanzitutto nella capacità di discernere tra coloro che si prostituiscono per volontà e coloro che lo fanno per costrizione. La visione laica è insomma una visione che vuole discriminare ciò che è già, e per natura, completamente distinto.  E’ come se, parlando dei bambini ridotti in schiavitù, si parlasse di operai. Una cosa è la schiavitù una cosa è la prostituzione. Non c’è bisogno di alcuna visione laica capace di distinguerle. E forse sarebbe stato più costruttivo riflettere sul perché si parli ancora di prostituzione nei confronti di qualcosa che è schiavitù. Ma per capirlo bisognerebbe uscire dal livello ‘chiacchiera da bar’ e magari informarsi un po’ di più su un tema molto complesso, che chiama in causa delle dinamiche e dei meccanismi di potere e relazione che forse ancora sfuggono all’autore del post.

Ma non è finita. Il giorno dopo, l’autore, visto il successo riscontrato da quanto scritto, si spinge oltre e in un post propone un’altro tipo di riflessione. Tutti i lavori implicano una svendita del nostro corpo, delle nostre braccia e gambe, delle nostre energie fisiche e intellettuali. Tutti siamo mercificati. Tutti vendiamo il nostro corpo. E pensare che ci siano parti del corpo che abbiano uno statuto diverso rispetto alle altre è fare un discorso da preti. Una semplificazione davvero inaccettabile.  Perchè non è vero che o hai una visione laica che approva la prostituzione, oppure sei un prete che la condanna. Questa dicotomia è possibile solo se si considera la prostituzione semplicemente un problema di morale. Ma non è così. La prostituzione non ha a che fare solo con la moralità.

Infine, un ultima domanda all’autore del post:

caro metilparaben, se le parti del corpo sono tutte uguali al punto che prostituirsi è la stessa cosa che lavorare in fabbrica, che vendere le proprie braccia e gambe, come mai con questa crisi i giovani maschi eterosessuali, anziché lavorare nei call center per pochi spicci, non vanno a vendere il culo? E’ davvero solo una questione di morale?
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