Se un giornalista svogliato facesse una ricerca…

Creato il 14 dicembre 2011 da Mcnab75

Non ribadirò nulla di quanto ha già esposto Davide in questo suo post. Condivido quel che dice e non vedo che altro potrei aggiungere senza  scadere nel banale. Ne approfitterò quindi per una breve considerazione forse provocatoria, ma necessaria.

Per chi ancora non lo sapesse, stiamo parlando della strage compiuta ieri a Firenze da Gianluca Casseri che, armato della sua Smith & Wesson, si è messo a sparare su degli ambulanti senegalesi, uccidendone due. Casseri era un ragioniere ma non è questo che importa alla stampa, la quale continua invece a puntare l’attenzione sulle passioni per il fantasy e per l’horror dell’omicida/suicida. Un articolo della Stampa – giornale che in media mi sembra piuttosto equilibrato – dà più o meno l’idea di ciò di cui vado parlando.

E fin qui abbiamo davvero già detto tutto, specialmente tra i commenti del già citato post di Davide Mana. Ora io mi voglio porre per un attimo nei panni di chi frequenta poco e distrattamente il mondo della narrativa di genere. Mettiamo che un giornalista decida ora di esplorare questo ricco e variegato sottobosco. Troverà siti, forum e blog sostanzialmente innocui e con discussioni per soli “addetti ai lavori”. Poi ne troverà anche altri, non certo poco frequentati, in cui tra sarcasmo e cinismo (vero o presunto) si attaccano minoranze etniche, stranieri, si usa un linguaggio aggressivo, ricco di insulti “scorretti”, di sbeffeggiamenti ai neri, agli asiatici, ai malati di mente, ai ciccioni.

Ora, questo sarà l’ultimo angolo di Rete in cui troverete un inno al politicamente corretto e alla retorica. Tuttavia, ed è quello che sostengo da mesi, procurandomi antipatie trasversali, l’aggressività e la caccia alle streghe non sono le risposte adeguate per annullare le varie combriccole di incapaci – in questo caso specifico quella editoriale – che tanto ci fanno rabbia. Tantomeno se questi bombardamenti a tappeto vengono fatti attraverso stupide metafore di tipo xenofobo. Perché poi succede che allora sì: i moralisti della domenica, i baciapile da due soldi e gli imbrattacarte che scrivono per quei quotidiani ultrabigotti che tanto odiamo, troverebbero appigli per fare quegli odiosi parallelismi del tipo “fantasy=fascismo”, “horror=sociopatia” (etc etc).

Che ci crediate o meno non sto suggerendo nomi in particolare. Non sto puntando il dito. Aggiungo anche che sono convinto del fatto che certi atteggiamenti villani e sopra le righe siano spesso soltanto atti a darsi un tono e a “creare ascolto”, senza corrispondere, salvo rarissimi casi, a ideologie davvero pericolose. Tuttavia inviterei un po’ tutti a rivalutare il senso del termine “violenza verbale”. Ma non credo che lo faranno in molti, anche perché, materialmente parlando, la pacatezza sembra davvero essere controproducente in termini di notorietà. Dogma già insegnato da altri media, molto più datati, e che una parte del Web va confermando.

In ogni caso, noi andremo avanti.


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