E' una bella frase che ho letto l'altro giorno su Repubblica, in una pagina di Gabriele Romagnali sulle librerie degli scrittori. Mi ha fatto venire in mente che il rapporto con i propri libri non è necessariamente quello dell'accumulo. A volte quello che conta non è aggiungere ma sottrarre.
Ben vengano insomma anche i traslochi, se non si tratta solo di inscatolare tutti i libri e portarseli via. Se si tratta di scegliere. Di sacrificare qualche titolo perché ce ne sono altri di più cari, addirittura di insostituibili.
Ben venga, perché è come quella domanda sull'isola deserta. Se vi capitasse di far naufragio e avete solo cinque, o dieci, o venti libri da portare con voi, quali vi portereste? E giù a stilare la propria personalissima graduatoria.
Solo che un trasloco può rendere decisamente concreto ciò che altrimenti è accademia. Assegnare valore. Rimettere in discussione.
Ben venga, e per quanto le apparenze dicano il contrario, è anche un punto di vantaggio su tutti gli adoratori dei libri virtuali.