Ho sempre un po' di timore quando devo recensire i classici, ancor più quando si tratta di quelli di autori italiani per i quali nutro una stima infinita. E Italo Calvino appartiene senza ombra di dubbio a questa categoria. E' un autore che più o meno indirettamente mi accompagna da tutta la vita. Da bambina, per farmi addormentare, una delle favole che mio papà mi raccontava più spesso era "L'orco con le penne", tratta dalla raccolta "Fiabe italiane" di Calvino uscita nel 1956. Alle medie ho divorato la trilogia de "I nostri antenati", innamorandomi perdutamente del visconte dimezzato; in seconda liceo ho partecipato a una rappresentazione teatrale in cui interpretavo il cavaliere inesistente, con tanto di elmo ricavato dalla scatola del pandoro. E poi, beh, c'è l'influenza più evidente, ovvero il titolo di questo blog. Volevo qualcosa che richiamasse la letteratura italiana, preferibilmente un libro che ho amato. Ed ecco che "I nostri antenati" mi sono di nuovo venuti in aiuto: e così da "Il Barone Rampante" è nata "La Lettrice Rampante".
Eppure, spesso capita che anche gli autori che amiamo di più, d'improvviso e solo in certi momenti, ci diventino particolarmente ostici e per poter leggere qualcosa di loro ci viene richiesto uno sforzo sovraumano. A me è successo con "Se una notte d'inverno un viaggiatore". Ho tentato di leggere questo "romanzo" tre volte nella mia vita, tutte e tre senza successo. Poi, sono finalmente riuscita ad arrivare alla fine. Anche se, anche in questo caso, devo ammettere che si è trattata di una lettura davvero faticosa.
La genialità di Calvino nel pensare e nello scrivere questo libro (un romanzo? un saggio?) è sicuramente evidente. Un Lettore inizia a leggere il primo capitolo di un romanzo, poi però, a causa di un errore di impaginazione, si ritroverà a leggere sempre la stessa pagina. Si reca allora in libreria per reclamare e gli viene dato il volume sostitutivo, che inizierà a leggere, finché non si renderà conto che anche in questo caso c'è qualcosa che non va. E così via, per altre 10 volte... Attorno a questi 10 romanzi, di cui ci viene solitamente fornito solo il capitolo iniziale, c'è una cornice in cui si narra del Lettore e di Ludmilla (la Lettrice) e della loro storia d'amore, inframmezzata da qualche colpo di scena sui romanzi che l'uomo sta cercando di leggere e a cui la donna è collegata.
Dopo un incipit semplicemente esaltante sulle abitudini di lettura di noi lettori (il romanzo è volutamente scritto in seconda persona singolare), ho faticato parecchio a lasciarmi conquistare da questo gioco di Calvino: la trama della cornice a un certo punto si ingarbuglia troppo, con il Lettore che si ritrova ad indagare su un'assurda organizzazione segreta che falsifica i libri d'autore. E anche dei dieci romanzi inseriti, alcuni sì sono appassionanti, altri invece noiosi.
Certo, ammetto di essermi davvero stupita alla fine, quando si svela in qualche modo il legame tra tutti i romanzi che il Lettore sta cercando di leggere, e ho davvero apprezzato il colpo d'ingegno dell'autore. Ma questo non è bastato a farmi piacere come avrei voluto e sperato quest'opera di Calvino, pur essendo senza ombra di dubbio un grande inno in onore dei libri e della lettura. I tre tentativi falliti e il fatto di aver aspettato così tanto per riprovare, avrebbero forse dovuto farmi capire che questo romanzo non fa per me.
Ma poco male, tornerò ad arrampicarmi sugli alberi.
Titolo: Se una notte d'inverno un viaggiatore
Autore: Italo Calino
Pagine: 304
Anno di pubblicazione: 1979
Casa editrice: Mondadori
Acquista su Amazon:
formato brossura: Se una notte d'inverno un viaggiatore