Seconda prova Economia Aziendale per la Ragioneria

Creato il 21 giugno 2012 da Belloweb @belloweb2

Svolgimento della seconda prova di economia aziendale per l’esame di maturità della ragioneria

Per quanto riguarda la seconda prova della maturità 2012, negli Istituti di ragioneria è uscita come da previsione economia aziendale, dove lo studente dovrà analizzare ed illustrare le differenze tra reddito d’esercizio e flusso di risorse generato dalla gestione reddituale. Alla luce di questa attenta analisi dovrà anche elaborare il database di una società industriale.
Si dovrà quindi spiegare in primis la composizione del patrimonio di funzionamento delle imprese industriali, spiegando che risente di varie circostanze, alcune delle quali legate alla specificità dell’attività svolta, mentre in altri casi riguardano le imprese di ogni tipo. In particolare si andrà ad analizzare nello specifico le caratteristiche delle imprese industriali secondo i dettagli che ne influenzano il patrimonio netto come:
• l’attuazione di processi di trasformazione fisico-tecnica ( ciò comporta la necessità di avere una struttura produttiva spesso complessa e hanno quindi l’esigenza di avere più fonti di finanziamento)

• il tipo di attività e la destinazione della produzione, che incidono sul livello delle scorte di prodotti finiti ( non scordare di accennare al fatto che sono più elevate nelle aziende che producono per il magazzino o aventi un ciclo di lavorazione piuttosto lungo che nelle imprese con un ciclo di lavorazione breve o che producono su ordinazione);

• la politica delle vendite e delle dilazioni di pagamento, perché i crediti commerciali sono tanto più elevati quanto più lunghe sono le dilazioni accordate alla clientela;

Proseguire nella spiegazione, argomentando dettagliatamente la propria tesi, e spiegare che sia che si tratti di imprese capital intensive, cioè con un forte impiego di capitali o di imprese labour intensive, ossia a forte impiego di personale, il patrimonio delle imprese industriali è di solito contraddistinto dal fatto che le immobilizzazioni hanno un “peso” predominante rispetto all’attivo circolante e un rilievo solitamente maggiore che nelle imprese mercantili.


Ricordare anche che nelle imprese industriali si possono normalmente analizzare come siano presenti degli imponenti investimenti sia in immobilizzazioni materiali (terreni e fabbricati, impianti e macchinario, attrezzature, ecc.) sia in quelle immateriali (brevetti, costi di ricerca e di sviluppo, nonché altri costi aventi utilità pluriennale).

Da qui proseguire arrivando alla conclusione che una struttura patrimoniale piuttosto rigida, ovvero non modificabile nel breve termine, che, in questo tipo di imprese, determina – sia pure in misura diversa da caso a caso – una notevole rilevanza dei costi fissi, ossia di costi che non variano al variare entro certi limiti della quantità prodotta; viceversa nelle imprese commerciali il peso delle immobilizzazioni è minore e la struttura risulta essere meno rigida, mentre quello dell’attivo circolante maggiore.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :