- Stefano Mannucci su Il Tempo: “Nathalie Giannitrapani 6,5: le manca l’ultimo metro, peccato. Era partita bene, ma sembra più emozionata del solito. O forse sa già come andrà a finire.
Modà & Emma 6: se sentono dire che sono favoriti fanno gli scongiuri, però non possono non crederci. E lo capisci da come drammatizzano il duetto. Inutilmente”.
- Tony Damascelli su Il Giornale: “Emma 6. Presente in piazza, con altre centinaia di migliaia di donne, domenica scorsa, per la manifestazione «se non ora, quando», la salentina di adozione, Emma, è la pasionaria, l’eroina,di questo Festival. Lei è partita da zero e, stando ai tam tam, finirà ad Annozero, questa è la dura vita di chi le canta e vorrebbe anche suonarle ai padroni del vapore. Sanremo è una stazione ormai obbligata per tutti coloro che hanno da dire cose contro il governo. Dipende sempre quale sia la categoria dei governanti ma che altro può chiedere un giovane virgulto, così impegnato, se non una serata tra Morandi e Santoro, con Benigni che avanza? C’è di meglio, per esempio la vittoria annunciata dalla propaganda. Per il momento a Sanremo. Comunque se dovesse andar male, troverà un posto a Mediaset”.
- Ernesto Assante su Repubblica.it: “Nathalie, poco sotto la sufficienza, diciamo 5 e mezzo.
Giusy Ferreri, la canzone migliore, anche con il vestito di Silvan. Diciamo 7 e non se ne parli più.
Modà e Emma, non si possono sentire. 3“.
E Aldo Grasso commenta sul Corriere della Sera: “Qualche anno fa si pensava che i talent, come Amici o X Factor, avrebbero scalzato definitivamente il Festival. E invece la manifestazione sanremese ha saputo inghiottire il genere nel suo corpaccione e, oggi, in crisi se mai sono proprio i talent. Si pensava anche che la generazione iPod, cresciuta nella rivoluzione digitale, sapesse tutto sui Grammy Award e niente su Sanremo. E invece siti, blog, social network sanzionano ancora la centralità della tv più tradizionale”.