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Seconda settimana tour de france 2013: froome vola sul mont ventoux

Creato il 15 luglio 2013 da Postpopuli @PostPopuli


di Ferdinando Cocciolo

Il Mont Ventoux ha solo un re, Chris Froome.  La grande delusione Alberto Contador, le sorprese  Mollema e Quintana e il «lampo» Trentin 

Un  «missile» sul Mont Ventoux, che annienta gli avversari, li fa sentire «deboli», togliendo loro ogni speranza. Terminata la seconda settimana del Tour de France 2013, il «verdetto» dice solo Chris Froome,  dominatore soprattutto in salita e nella tappa sinora regina della Grande Boucle.

froome mont ventoux tour france 2013 SECONDA SETTIMANA TOUR DE FRANCE 2013: FROOME VOLA SUL MONT VENTOUX

Froome sul Mont Ventoux – eurosport.du.ae

Su una salita durissima (una delle più «mitiche» del panorama mondiale) e in un «paesaggio quasi spettrale», lì dove nel 2000 trionfò  l’indimenticabile Marco Pantani  su Lance Armstrong, il keniota naturalizzato britannico ha inflitto distacchi pesanti agli avversari, cogliendo il secondo successo  personale di tappa.  Il  leader  della  SKY vince in solitaria, davanti ad un ottimo  Quintana (che si avvicina di molto al podio ed è l’ultimo a resistere al «mostro» Froome), a un minuto e 23  Mikel Nieve (Euskaltel) che negli ultimi metri precede un Joaquin Rodriguez seriamente intenzionato a lasciare il segno in un Tour sinora corso al di sotto delle aspettative. Più dietro, ad un minuto e 40, Alberto Contador, scortato dall’ottimo Kreuziger, con un gruppetto comprendente anche Mollema e Ten  Dam.

Salvo clamorosi e al momento imprevisti colpi di scena, Chris Froome sembra davvero aver messo il proprio sigillo sul successo al Tour, in una classifica che lo vede al vertice, con distacchi abissali.  Seguono Mollema (sempre più sorprendente) a quattro minuti e 14,  un  deluso Alberto Contador a quattro  minuti e 25, seguito da Roman Kreuziger, Ten Dam  e il colombiano Quintana.

Un  Froome ancora mai visto, con un ritmo di pedalata e un’ agilità incredibili, «troppo devastanti», ad esempio, per un Alberto Contador che le ha tentate tutte per rimanere con il leader della Sky ma negli ultimi chilometri ha dovuto cedere allo strapotere del britannico. Mai come in occasione della tappa del Mont Ventoux si sono «sprecate» valutazioni, riflessioni, giudizi (anche maligni), su una prestazione che da molti addetti ai lavori e non solo viene definita  «fuori dal comune».

Effettivamente, questo Froome, che già nella scorsa edizione del Tour aveva fatto vedere di che pasta è fatto in salita, appare anche superiore al Wiggins dominatore nel 2012.  Superiore  e più agile, dati alla mano, come dimostrato anche in diretta televisiva da Davide Cassani, di Lance Armstrong che domò il Mont Ventoux nel 2002. Cris è stato scoperto praticamente nel 2008 da Claudio Corti (ex campione del mondo dei dilettanti nel 1977 a San Cristobal, uno dei dirigenti ciclistici più competenti  e stimati) che lo ha lanciato nella Barloworld. Una giovanissima promessa che adesso è diventata (Nibali permettendo) il più forte corridore nelle grandi gare a tappe, capace anche di  oscurare, spodestare, Alberto Contador.

La grande vittoria del capitano Sky sul Mont Ventoux, molto probabilmente, almeno in questo Tour de France, segna il cambio generazionale. L’australiano Cadel Evans, che aveva sempre dichiarato, sin dall’inizio di stagione, di voler puntare soprattutto sul Tour, non è mai stato all’altezza di un potenziale che tuttavia gli ha anche permesso quest’anno di arrivare terzo nel Giro d’Italia.  Cadel, vincitore del Tour de France 2011, ha subito sulle rampe del «Gigante della Provenza» un enorme distacco, assolutamente fuori dal reale valore di un campione che, di sicuro, si starà rendendo conto di quanto sia estremamente complicato disputare ad alti livelli, nella stessa stagione, Giro e Tour. Ed Alberto Contador, dai più considerato il rivale principale di Froome, colui che  aspettava con molta frenesia ed ansia  l’appuntamento sulle strade francesi per la grande rivincita, soprattutto dopo la nota vicenda della squalifica? Alberto, dopo la debacle sui Pirenei, sembravain netta ripresa, alla luce soprattutto di quell’ attacco in pianura di venerdì scorso (trascinato dai fidi scudieri Bennati e  Tosatto) che ha messo in grossa  difficoltà  Cris Froome. Confidava parecchio in un Mont Ventoux che invece lo ha respinto, evidenziando tutti quei limiti, sicuramente non in linea con il suo standard, sui quali lo spagnolo dovrà riflettere, anche in previsione dell’ultima settimana del Tour che potrebbe ancora regalargli qualche soddisfazione. Non è sicuramente il Contador  del Tour de France 2010 e lo si è visto quando, ad esempio, a sette km dalla conclusione, non è stato capace di rispondere alla tremenda accellerata di Chris e poteva essere l’unico a farlo. Staremo a vedere, ora il distacco dal leader SKY è significativo e consistente, ma ci aspettiamo dal leader della Saxo Tinkoff uno scatto d’orgoglio che potrebbe ancora movimentare il Tour nell’ultima settimana.

Mollema, Quintana  e il «redivivo»  Roman Kreuziger (questa è una delle sue migliori stagioni, se si pensa anche alla bella vittoria nell’Amstel  Gold Race) sono le vere sorprese di un Tour de France che, per i colori italiani, non è stato sinora positivo. A parte il «lampo» di Trentin (uno dei giovani più promettenti, del quale sentiremo parlare soprattutto nelle classiche) e un terzo posto di Daniele Bennati (il corridore aretino ha comunque sempre confermato di essere al via con l’ obiettivo primario di aiutare il capitano Contador), nessun italiano combattivo anche e soprattutto  nelle tappe in salita, capace di inventarsi qualcosa. Per una buona ed onorevole classifica generale, le nostre speranze erano riposte soprattutto in Damiano Cunego che, lo ricordiamo, ha pur sempre ottenuto un settimo posto in graduatoria due anni fa. Invece, Damiano, reduce da una prima parte di stagione deludente e insignificante (solo una vittoria alla Coppi e Bartali), probabilmente si sta «squagliando» mentalmente intorno alle proprie incertezze, che ne fanno uno dei nostri corridori più forti  in teoria, ma discontinui in sostanza e mai pronti al salto di qualità.

La tappa del Mon Ventoux, in un paesaggio e scenario che inevitabilmente ha portato la mente anche al ricordo della tragedia di Tommy Simpson, ha fornito uno spettacolo che sicuramente ha fatto piacere ai grandi appassionati di uno sport unico come il ciclismo. Froome ne rappresenta il miglior protagonista  e siamo sicuri che il corridore britannico sia ancora all’inizio di un percorso che lo farà diventare fuoriclasse assoluto. Ma attenzione, allontaniamo il ciclismo dai soliti  sospetti (comparsi anche sui social network poche ore fa) che, sia pure comprensibili, fanno male ad uno sport che merita di essere esaltato e seguito attraverso passione e fiducia.

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