Seconde case, crolla il mercato: tutta colpa della TASI 2014?

Creato il 11 aprile 2014 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

La spinta combinata della crisi del mercato immobiliare insieme al posizionamento di ingenti tributi sulle seconde abitazioni sta contribuendo a far precipitare il mercato delle seconde case.

Il forte calo delle quotazioni delle case nei luoghi di villeggiatura ne è un sintomo evidente: già a partire dalla seconda parte del 2013 i prezzi delle seconde abitazioni si sono abbassati sensibilmente, e il 2014 ha confermato un trend che presenta caratteristiche molto marcate. Le quotazioni precipitano soprattutto in Toscana ed Emilia Romagna, con pochissimi acquirenti disposti ad effettuare acquisti (ad eccezione di soggetti stranieri, in particolare russi e tedeschi) e le case pertanto si trovano in una situazione di svendita.

Al concretizzarsi di questa situazione ha di certo contribuito la “mannaia” rappresentata dalla TASI, il tributo sui servizi indivisibili che sta assumendo le fattezze di un incubo per i proprietari di beni immobili in Italia. La TASI 2014 sulla seconda casa parrebbe quasi far rimpiangere la vecchia IMU, caricando di eccessivi oneri economici questo tipo di abitazioni.

Leggi in proposito l’articolo TASI 2014 più cara dell’IMU: la brutta sorpresa di primavera.

Ciò che emerge in questo inizio di primavera 2014 è l’ipotesi (molto realistica) che il carico eccessivo del tributo abbia causato una modifica nell’utilizzo del bene “seconda casa”, in particolare con riferimento alla seconda abitazione al mare (o comunque nei luoghi di villeggiatura in genere): in questo momento infatti il proprietario tende ad utilizzare maggiormente l’alloggio nel week-end durante tutto l’anno, cercando talora di mettere a reddito l’immobile affittandolo per brevi periodi, magari proprio nei momenti di alta stagione.

Per approfondire il tema e comprendere meglio le caratteristiche ed i requisiti della TASI su questa tipologia di abitazioni leggi anche TASI 2014: ecco tutte le scadenze per i pagamenti.

La questione della “svendita delle seconde case” si va ad incrociare in questa particolare temperie storica con un aspetto che caratterizza il patrimonio immobiliare italiano: quest’ultimo risulta infatti tendenzialmente datato e bisognoso di interventi di riqualificazione attraverso ristrutturazioni e manutenzioni. Per cui la domanda non riesce a prendere quota, soprattutto per la fascia di immobili che vanno da 1 milione ai 5 milioni di valore.


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