Secondo appuntamento 3

Da Ata
"Ata".Una voce la scuote.Smette un attimo di piangere.Alza terrorizzata la testa.Scruta il viso dell'uomo di fronte a lei.Balza in piedi e gli butta le braccia al collo."Filippo!" Esclama e si lascia andare a singhiozzi di sollievo.Lui l'abbraccia senza parlare.Un abbraccio caldo.Un porto sicuro."Calmati, dai, - le dice accarezzandole i capelli, - è tutto finito".Ata si stacca a fatica dal suo petto.Lo guarda, gli fa un mezzo sorriso, poi si siede di nuovo sui gradini della chiesa.Sfinita.Lui la segue e le porge un fazzoletto.Lei lo prende."Come mai sei qui?" Gli domanda soffiandosi il naso."Vi ho seguiti". Risponde Filippo semplicemente.Ata lo guarda sorpresa."Ma come facevi a sapere che...""Boh! - dice lui facendo spallucce. - Sesto senso...""Ah! - esclama lei. - Allora anche voi ce l'avete?"Filippo si guarda intorno."Chi? - domanda. - Cosa?"Ata alza gli occhi al cielo."Uomini. - spiega. - Il sesto senso. Ce l'avete anche voi?"Lui sorride divertito."E che ne so, - risponde, - io sono solo un fotografo".Lei abbassa il capo mortificata."E, comunque, - continua l'amico, - a me quel tipo non è mai piaciuto. Te l'avevo detto, no?""Uhm... - mugugna Ata, - però nei film non va così!""Cosa?" "Io avrei dovuto ringraziarti per non avermi detto te l'avevo detto. - dice. - Invece l'hai detto e hai fatto il cafone, come al solito"."Ah! - sbotta lui. - Io sarei il cafone? E lui? Con tutte quelle moine, i complimenti, la macchinona, - e calca sulla parola macchinona, - il ristorante di classe... è stato elegante, poi?"Lei riabbassa il capo."No". Mormora."Ecco!"Filippo si finge offeso mentre la guarda di sottecchi."Certo che tu non te lo sai proprio trovare un uomo decente!" Considera a un certo punto.Ata alza di scatto la testa."Come?"Lui ride divertito."Ma sì, dai! - continua. - Ti ricordi, al liceo, quello... come si chiamava... Mino!"Un lampo le attraversa gli occhi."Mino! - esclama. - Oddio, e chi se lo ricordava più!""Brutto come la morte, - lo descrive l'amico, - con una depressione cronica, sempre sull'orlo del suicidio!"Ata annuisce presa dai ricordi."Infatti. - conferma. - Minacciò di buttarsi dal balcone se non mi fossi messa con lui"."Ah, sì! E poi com'è che riuscisti ad evitarlo?"A lei scappa un sorriso."Arrivasti tu e minacciasti di buttare anche me insieme a lui".Filippo si batte una mano sulla fronte."Uuuuh, è vero! Lui ti amava troppo e decise di lasciarti libera"."Già"."E quell'altro... Coso... quello che suonava la chitarra?" Continua l'amico."Ah, - dice Ata facendo una smorfia, - non parlarmi di quello!""Quanto tempo ci sei stata, due, tre anni?" Insiste lui."Più o meno. - risponde lei. - Ai miei non piaceva proprio"."E avevano ragione! - esclama l'amico. - Due anni a farci una testa così a tutte le feste con quella chitarra, tutte le ragazze incantate a sentirlo, si vantava che stava con te, parlava addirittura di matrimonio e poi... ha messo incinta un'altra!""Che fregatura!" Commenta lei guardando a terra."Che fortuna, vorrai dire! - dice Filippo. - Meglio scoprirle prima certe cose!""Uhm..."Lui si sofferma un attimo a guardarla."Comunque, non preoccuparti, quella chitarra non la suonerà più per nessuna!""E tu come fai a saperlo?" Gli domanda sorpresa.Filippo soffoca a stento un sorriso."Gliela sfasciai il giorno primo del matrimonio. Una regalo d'addio al celibato, diciamo così"."Davvero?" Lui alza le spalle."Era il minimo!"Ata sorride contenta.Non era a conoscenza di questo particolare."Per te ci vorrebbe un ragazzo... - suggerisce Filippo, - solido, con la testa sulle spalle, che ti capisca al volo, che..."
"E dove lo trovo uno così?" Lo interrompe lei.
"Eh, lo so, - scherza lui, - tu ti ispiri a un modello troppo alto...""Mio padre?" Tenta di indovinare lei.Filippo la guarda perplesso."Me". Butta lì con leggerezza."Tu? - domanda Ata sbalordita. - Tu saresti il ragazzo con la testa sulle spalle? Tu saresti il tipo affidabile?""No?" Le chiede lui confuso.Ata punta i suoi occhi nei suoi."No! - esclama. - Cambi ragazze a ogni giro di vento, la mattina ti alzi, prepari la valigia e parti... no, dai, dalla padella alla brace!"
Lui incassa e non dice niente.
"A proposito, - domanda lei, - e Iva?"
Filippo ha un attimo di esitazione.
"Quando ti ho vista uscire dalla macchina, le ho dato le chiavi della mia e le ho detto di andare a casa".
"Si è arrabbiata?" S'informa.
"Non preoccuparti, - la rassicura, - so come farle passare l'arrabbiatura".
"Uhm..."
Lui la osserva mesto.
"E poi, l'ha capito anche lei che sei una testa di cocco!"
"Che cooosa?" Protesta Ata dandogli un colpetto sul braccio.
Filippo ride divertito e si alza.
"Andiamo, - le dice, - ti accompagno a casa!"
Lei si alza, scende un gradino e si ferma.
"Oh no!" Esclama.
Il tacco di una scarpa si è rotto.
"Ce la fai?" Le chiede lui.
Ata fa di sì col capo.
"Filippo? - gli domanda all'improvviso. - Ma poi, il conto, chi l'ha pagato?"
"Il damerino! - risponde pronto l'amico. - Ha il conto aperto in quel ristorante, sai? Alla cassa non hanno voluto niente. - ridacchia divertito. - Peggio per lui!"
Anche Ata ride.
I due ragazzi si avviano a casa a piedi.
Lui cammina spedito col suo completo color ghiaccio, che spicca nel buio della notte, lei lo segue zoppicando.    

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