di Gianni Puca
ad est dell'equatore pagine 136 € 10,00
Scrivere un giallo è impegnativo, spesso mi sono chiesto quali dettami si debbano seguire per realizzarne di appassionanti, la risposta l' ho avuta leggendo "Venti regole per scrivere un giallo" di Van Dine pseudonimo di Willard Huntington Wright, se poi alla trama poliziesca vogliamo aggiungere dello humour di qualità, la faccenda diventa assai delicata.
E' come cimentarsi nella realizzazione di quei piatti, che solo sulle riviste patinate sono gustosi e invitanti, ma che nella realtà basta sbagliare un ingrediente ed ecco il patatrac; dopo ore di duro lavoro, si è costretti a gettare tutto e ad andare al ristorante!
Fra i "cuochi" sopraffini nell'arte di creare simili pietanze , meravigliose se riescono!, conosco un'unica persona al mondo :Richard Stark pseudonimo per Tucker Coe che a sua volta è pseudonimo di Samuel Holt che a sua volta è pseudonimo di Morgan J Cunningham che a sua volta è pseudonimo di Donald Edwin Edmund Westlake: Sì! , questo è il vero nome, finalmente!, del più grande umorista e giallista vissuto su questo pianeta fino al 31 dicembre del 2008. Dunque Gianni Puca ha tentato e secondo me è riuscito a seguire le orme lasciate da Westlake. In "io sono un altro" il protagonista del romanzo,Kerril, è un avvocato deluso dalla professione che in acuni casi sembra allontanarsi dall'idea di Giustizia con la G maiuscola, come lo è spesso la verità processuale da quella sostanziale.Dunque Kerril,appesa la toga al chiodo,decide di indossare la divisa di poliziotto e come commissario, con il fidato Palumbo tenta di riconquistare la tranquillità interiore che i rimorsi di coscienza gli avevano negato durante la precedente vita da principe del Foro, assicurando alla giustizia i deliquenti che prima per professione era costretto a difendere.
Nella prima indagine l'ex avvocato è chiamato ad indagare sull'omicidio di un usuraio, il cui cadavere è stato incollato per i piedi al pavimento e dileggiato dall'assassino che ha lasciato la sua "firma" sulla lingua del poveretto.A questo delitto ne seguiranno altri sempre più efferati, rivelando così al commissario che l'assassino da assicurare alla giustizia è di quelli seriali.
Kerril è uno di quei segugi che non molla la pista una volta individuata la strada giusta,non ha niente da invidiare a Montalbano,Maigret e Jacques Clouseau ,sono già tutti contemporanemante dentro di lui,alla fine della storia dopo tutti i personaggi strambi che avranno bussato alla porta del suo ufficio, avrà cominciato anche a vedere i fantasmi come il Ricciardi di Maurizio de Giovanni, ma questo non lo confesserà mai!
di Luigi De Rosa