Secondo sciopero dell’anno al Sole24Ore: stop a rotative e sito web, giornalisti sul piede di guerra

Creato il 03 febbraio 2011 da Kobayashi @K0bayashi

Venti di guerra al Sole24Ore: dopo giovedì 13 gennaio anche oggi, giovedì 3 febbraio, il quotidiano economico milanese non è in edicola e il sito non verrà aggiornato per 24 ore. I giornalisti protestano per il mancato rispetto degli impegni presi da direzione e azienda nei confronti della redazione dopo l’annuncio di un piano che preveda un taglio alla voce dei costi per 7 milioni di euro all’anno, pari al “valore” di circa 70 redattori su 255.

Una proposta “irricevibile” secondo il Cdr e in violazione degli accordi sullo stato di crisi (siglati lo scorso marzo presso il ministero del Lavoro): per questo i redattori hanno di fatto imposto la seconda giornata di sciopero dall’inizio del nuovo anno. Non si tratta, tuttavia, di un’agitazione momentanea, tanto è vero che il comitato di redazione ha già ricevuto mandato dall’assemblea dei giornalisti per gestire un ulteriore pacchetto di 5 giorni di mobilitazione generale in cui il quotidiano di Confindustria guidato da Gianni Riotta non uscirà nelle edicole italiane.

L’assemblea (dei giornalisti, ndK) pertanto mette formalmente in mora l’azienda e la direzione perché provvedano al puntuale rispetto degli impegni sottoscritti. L’assemblea proclama un giorno di sciopero e, nel confermare piena fiducia al Comitato di redazione, gli affida un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sciopero, riservandosi ogni ulteriore iniziativa, anche legale, per fare rispettare gli impegni assunti. Ritiene inoltre indispensabile dare comunicazione ufficiale all’esterno sulla grave situazione del Sole 24 Ore.

Il giornale di via Monterosa, che tornerà in edicola venerdì 4 febbraio con l’inserto Nòva, da parte sua smentisce l’imminente cacciata di 70 persone ma non precisa ulteriormente se e quanti esuberi la redazione dovrà subire. Il Gruppo 24 Ore, per il momento, ha soltanto confermato la linea già esposta nel confronto con il Cdr durante la riunione del primo febbraio: il piano triennale, comprensivo di 50 milioni di euro di investimenti complessivi, necessita per funzionare di “un deciso piano di interventi volti ad abbassare i costi di struttura e di funzionamento per garantire la sostenibilità economica del gruppo nel medio periodo” per giungere all’obiettivo di riportare – entro il 2013 – la situazione economica ai livelli pre-crisi.

In che modo? “Rivisitando” alcuni accordi aziendali stipulati in passato e ritenuti non più compatibili con lo stato di crisi dell’azienda e sospendendo l’erogazione di alcuni benefit considerati eccessivamente onerosi per la proprietà. Per compensare queste sottrazioni, infine, pare che possano essere introdotti dei meccanismi di recupero economico legati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano industriale.


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