Come nel primo caso anche per il secondo intervento saranno impiegate cellule staminali prelevate da un feto donatore e coltivate in laboratorio grazie alla tecnica messa a punto da Vescovi, direttore dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia). La quantità prelevata da un solo feto, grazie a questa tecnica, sarà sufficiente per le esigenze dell’intera sperimentazione.
Lo studio sta attualmente attraversando la fase 1, fase in cui l’obiettivo primario è verificare la sicurezza della tecnica e solo secondariamente verificare l’efficacia della cura. A metà settembre sarà operato il terzo dei 18 pazienti arruolati per lo studio . questa fase della sperimentazione dovrebbe raggiungere il traguardo entro due anni. Dagli esiti e dai dati raccolti dipenderà la prosecuzione della ricerca verso la seconda fase del trial clinico, volta principalmente a verificare l’efficacia del trattamento.
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