Secret sphere + tenebrae + ashes to ashes

Creato il 03 aprile 2014 da Iyezine @iyezine

In quella che ormai si può definire a buon diritto “la casa” del metal genovese, ovvero il piccolo ma accogliente club L’Angelo Azzurro, si è tenuta sabato 29 marzo l’ennesima serata all’insegna della buona musica, impreziosita, nell’occasione, dalla presenza in qualità di headliner di una band eccezionale come gli alessandrini Secret Sphere.
L’opportunità di vedere all’opera da vicino un vocalist come Michele Luppi, uno di quei tanti talenti che il mondo ci invidia (e che, invece, in patria vengono relegati ad una dimensione underground), era decisamente ghiotta, così come la possibilità di testare la crescita di una band emergente come gli Ashes To Ashes e la tenuta dal vivo dei rinnovati Tenebrae, alla luce della loro recente uscita discografica.

Ashes To Ashes
Di fronte ad un buon pubblico (sempre in relazione agli standard abituali, visto che certe serate meriterebbero ben altri numeri) hanno fatto per primi la loro comparsa sul palco gli Ashes To Ashes, giovane gruppo genovese capitanato dalla bionda cantante Marta Vassallo; l’esibizione ha fondamentalmente confermato quanto scritto in occasione della recensione del loro disco d’esordio “Borderline”: la band ha esibito con ottima padronanza un alternative metal decisamente al passo con i tempi, robusto ma dotato nel contempo di un buon appeal commerciale.
Le note dolenti, spiace doverlo dire, sono giunte proprio da colei che è l’anima degli Ashes To Ashes, la grintosa Marta, tanto convincente nelle parti in growl, quanto rivedibile nei passaggi con voce pulita: non escludo che possa esserci la complicità di una serata no, ma a giudicare anche da quanto ascoltato sull’album, viene avallata la sensazione che la cantante non possieda, al momento, una timbrica vocale “clean” capace di sposarsi in maniera adeguata al tappeto sonoro costruito dai propri compagni. Nonostante ci siano sicuramente degli ampi margini di miglioramento, viene da pensare che l’eventuale scelta di estremizzare ulteriormente lo stile canoro potrebbe rivelarsi, in futuro, la soluzione ottimale.

Tenebrae
L’ingresso sulla scena dei Tenebrae ha cambiato completamente i toni della serata, che sono passati dalle sonorità moderne degli Ashes To Ashes a quelle dal retrogusto antico proposte dalla band di Marco Arizzi.
Dopo una serie di vicissitudini legate alla line-up, il tenace musicista genovese non ha desistito e tale costanza pare aver prodotto i frutti desiderati, vista la qualità indiscutibile di un disco come “Il Fuoco Segreto” e la prestazione offerta dall’intera band in sede live, con una menzione per il cantante Paolo Ferrarese, dotato di una timbrica teatrale quanto molto versatile e capace, quindi, di districarsi con disinvoltura tra diverse tonalità.
La stessa proposta dei Tenebrae, freschi di un accordo con l’attiva etichetta milanese House Of Ashes, vive in fondo di questa costante alternanza tra sonorità evocative riconducibili all’epopea del prog italiano anni ’70, momenti più cupi assecondati da passaggi vocali in growl, accenni alla tradizione dell’heavy metal occulto tricolore oltre ad altri frangenti che riportano direttamente alla stagione migliore del rock italiano, quella dei primi Litfiba per intenderci.
Il tutto, come si può facilmente intuire, non è risultato certo di immediata assimilazione ma l’indubbio fascino emanato da questa riuscita combinazione di stili e l’efficace interpretazione della band hanno sopperito facilmente a questo potenziale ostacolo, rendendo l’esibizione oltremodo convincente e gradita ai presenti.

Secret Sphere
Inutile ribadire che l’attesa maggiore era quella per i Secret Sphere, autori nel 2012 di un disco spettacolare come “Portait Of A Dying Heart” e autentica punta di diamante di un movimento power-prog italiano che attualmente non teme alcun confronto a livello internazionale.
Le (facili) previsioni di chi si attendeva una prestazione ineccepibile e capace di restare a lungo nella memoria si sono rivelate azzeccate: la band alessandrina è oggi una macchina perfetta, grazie alla quale finalmente un musicista talentuoso come Aldo Lo Nobile riesce a cogliere, dopo diversi anni di attività, i meritati frutti; sarebbe riduttivo però ricondurre il tutto alla presenza in line-up dell’emiliano doc Michele Luppi, il quale ha dalla sua il merito, non da poco, di esaltare con la propria magnifica ugola un lavoro di songwriting che risulterebbe comunque eccelso indipendentemente dal nome del protagonista dietro il microfono.
Non c’è dubbio, però, che non sono in molti a poter vantare , oltre a una voce come quella di Luppi, un chitarrista come Marco Pastorino in grado di fornire anche un controcanto di altissimo spessore, consentendo così alla band di riprodurre fedelmente dal vivo quelle armonie vocali capaci di fare la differenza su disco.
I Secret Sphere non solo non si sono risparmiati ma hanno mostrato il volto migliore del metal, ovvero quello di musicisti esperti e dall’illustre curriculum, sempre e comunque capaci di divertire divertendosi, anche di fronte ad una platea certo non oceanica.
Proprio l’atteggiamento scanzonato di Michele Luppi, capace di non prendersi troppo sul serio al contrario di certi suoi “colleghi” che per molto meno si atteggiano a divinità appena calatesi dall’Olimpo, ha contribuito ad incanalare lo show sul piano di un reciproco scambio e di una continua interazione con il pubblico, un aspetto che dovrebbe costituire la normalità ma che, non di rado, diversi musicisti trascurano.
Riguardo alla scaletta proposta, i nostri hanno sciorinato quasi integralmente il loro ultimo capolavoro, includendo ovviamente le tracce migliori, tra le quali la splendida Union ed il singolo Lie To Me, riproposto peraltro come bis, con tanto di ospitata sul palco della brava Chiara, cantante dei Temperance, progetto di Pastorino prossimo all’esordio con un disco in uscita per la Scarlet.
A voler cercare il pelo nell’uovo, è spiaciuta la mancata riproposizione della formidabile title-track strumentale dell’ultimo lavoro, che avrei visto molto bene come apertura del concerto, mentre reputo un vero peccato l’aver proposto una versione solo abbozzata, sia pure a cappella, di un brano dall’alto tasso emotivo come Eternity.
Alla fine della serata faccio mia la considerazione di un amico che, all’uscita, si dichiarava incazzato, certo non per la qualità della musica ascoltata, quanto per aver dovuto constatare come, a causa della realtà musicale di un paese nel quale i polli d’allevamento sfornati dai reality riempiono i palazzetti, i Secret Sphere debbano esibirsi in piccoli club, sia pure di fronte a un manipolo di fan entusiasti, anziché in location più confacenti al loro valore.

Detto questo, a nome degli appassionati genovesi, non posso che rivolgere un sentito ringraziamento ai gestori dell’Angelo Azzurro: il locale offre settimanalmente eventi di buon richiamo e, soprattutto, con un rapporto qualità della musica /prezzo del biglietto quasi imbarazzante per la sua convenienza.
Che il dio del rock e del metal ce li preservi a lungo !

recensione SECRET SPHERE – POrtrait Of A Dying Heart
recensione ASHES TO ASHES – Bordeline

SECRET SPHERE
TENEBRAE

L’ANGELO AZZURRO


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