See and treat

Da Hombre @LaLineadHombre
Vorreste davvero che questa donna v'infilasse un ago in vena? Non in questa vita, lo so.
Ieri pomeriggio, in veste di padrino e di zio, sono andato a una cerimonia di laurea, pur appesantito dalla spropositata quantità di baccelli ingurgitata a pranzo.
La Commissione è composta da una fila variegata di professori, che lo capisci solo perché son seduti dall'altra parte, tra i quali spiccano un'Arisa anziana, un Lucchinelli giovane, un dj Francesco più sciroccato, una Sydne Rome a fine carriera e un frate de Il nome della rosa.
I laureandi in infermieristica sono quattro: Matteo, Elisa, Martina ed Eugene.
Martina è mia nipote, nonché mia figlioccia (eh sì, ne ho due).
Matteo parte e ci rifila una serie indefinita di slide sulla MCI, la Morte Cardiaca Improvvisa e sulle sue possibili cause. Imparo dalla presentazione che tutta la popolazione è a rischio di Morte Cardiaca Improvvisa, tutta, non solo gli atleti. Subito a ruota imparo, a mie spese, che la Morte Cardiaca Improvvisa non ti coglie mai quando dovrebbe, tipo, ad esempio, quando sei alla mercé di enne slide sulla Morte Cardiaca Improvvisa.
Tocca ad Elisa che disserta sul Blended Learning, per me ancora più noioso del precedente come argomento, l'ascolto forzato del quale spingerebbe chiunque ad autoprovocarsi una Morte Cardiaca Improvvisa e, di conseguenza, Matteo ad aggiornare la slide che dettaglia le principali cause della MCI.
Quando chiamano Martina, sangue del mio sangue piume delle mie piume, mi prende un mezzo colpo, infatti, un'amica di mia nipote che stava davanti a me si distende per augurarle in bocca al lupo e scopre così una bella porzione di chiappe.
Martina disquisisce sul See and Treat, un nuovo modello sperimentale di approccio al Pronto Soccorso, di origine angloamericana. Un metodo che ha il pregio di formalizzare l'eterno scontro tra infermieri e dottori.
L'argomento attizza un po' tutti, relatori, controrelatori e presidente, i quali si svegliano dal torpore, ognuno dice la sua e l'atmosfera si ravviva, con malcelato sdegno di Martina che viene tenuta sulla graticola per altri 10 minuti buoni.
Poi la ringraziano, la liquidano e usciamo tutti. Resta il povero Eugene a spiegare non so cosa a non so chi.
Il rientro per la proclamazione ufficiale vede mia sorella versare una secchiata di lacrime e Martina incassare un bel 106 su 110.
Poi, fuori, finalmente si fa bisboccia e lo spumante dry mi aiuta a cacciar giù il baccellame.

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