Prendo un post di pausa tra le (tante) recensioni che devo scrivere per fare un po’ di sana pubblicità a una “collega” mia coetanea, che nelle scorse settimane è riuscita a tenere per la prima volta in mano il suo primo libro pubblicato. Permettete che vi presenti lei e il suo romanzo?
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(Presto disponibile su IBS.)
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LA TRAMA - La vita di Rut viene sconvolta la notte del suo quattordicesimo compleanno, quando, durante la sua festa, degli sconosciuti fanno irruzione in casa sua con l’intento di catturarla. Da quel momento, la sua vita non potrà più essere la stessa. Accompagnata da Jack, suo amico e protettore, e dalle Sorelle della Luna, Rut ritornerà ad Aniox, uno dei Ventiquattro Regni, tra le braccia dei suoi genitori naturali. Fin da subito, però, l’ombra di una guerra contro il Destinato, giovane mago intenzionato a conquistare il suo Regno, oscurerà la felicità delle sue giornate, assieme alle parole di amore e morte di un’indovina e alla misteriosa attrazione che Rut sente verso le montagne che occupano il suo orizzonte, legate ad un’antica leggenda di paura e magia.
E mentre il Destinato e il suo generale Philibert si faranno sempre più vicini, portando con loro la minaccia di uno scontro armato, una figura mascherata, chiamata La Lince, lotta per mantenere la pace e Rut deve fare anche i conti con i battiti sempre più forti del suo cuore.
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UNO SPIZZICO
Un filo di sangue e un corpo abbandonato a terra. La scena che si presentò alla giovane fu terribile: Nil, il maggiordomo, era riverso sul pavimento in un mare di sangue.
Gli occhi le si riempirono di lacrime e cadde in ginocchio, incapace di pensare, di capire quello che era successo e perché sul pavimento della sua casa c’era il cadavere di un uomo. Gli era molto affezionata, perché era sempre stato lui a controllarla quando Anny e Jeorge erano fuori città per lavoro. Una grande pietà si impossessò di lei nel vedere la moglie ricoprire il corpo del marito con lacrime e strazianti lamenti.
- Rut, vai con Jack – le ordinò Jeorge, scandendo bene le parole, mentre le passava accanto.
- Cosa…- provò a ribattere lei, ma suo padre si era già perso tra la gente.
In quel momento arrivò Jack.
- Vieni via, è pericoloso.
La afferrò per il braccio e cercò di trascinarla fuori, ma lei si divincolò e si allontanò da lui.
- Rut, per favore, dobbiamo andare – la pregò.
Lei, che a stento riusciva a trattenere le lacrime, si abbandonò sul pavimento; non sapeva cosa stesse succedendo, ma era certa che fosse quello di cui Jack non le aveva voluto parlare. Qualcuno doveva morire, quella sera. Quando il ragazzo tentò di riavvicinarsi a lei, un secondo proiettile si schiantò sul lucido pavimento a pochi centimetri dai suoi piedi. Indietreggiando istintivamente, il giovane cominciò a guardarsi intorno; l’assassino si trovava al piano superiore, ma voleva capire di chi si trattasse.
E se si fosse trattato proprio del suo generale? Nel frattempo ombre scure cominciarono a calarsi dal tetto con delle funi. (…)
- Barone, quanto tempo! Non si salutano più gli amici?
L’uomo aveva parlato e Jack fu preso da un attacco di panico. Non serbava un bel ricordo di lui. (…)
- Chi sei? Fatti vedere!- gridò lui.
L’uomo non si fece pregare.
- Philibert!- sibilò a denti stretti Jack.
L’assassino era un uomo di bell’aspetto, sicuramente sotto i quarant’anni, e appoggiata alla guancia teneva la pistola. Occhi e capeli erano neri e un sorriso sinistro gli increspava le labbra. Ma Jack era già uscito dai suoi pensieri: ora la sua attenzione era tutta per Rut.
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