Non mi resta che dirvi, leggete un pò..
Erica Arosio
L’uomo sbagliaton libreria da marzo
pp. 244 Euro 16,00
Sullo sfondo, una Milano alto borghese, quella delle strade discrete e dei cortili nascosti “dove la ricchezza fa da barriera anche ai suoni e il frastuono del traffico non osa disturbare le case dove le tavole vengono apparecchiate con tovaglie antiche di lino e bicchieri di cristallo passati di madre in figlia”. Una saga familiare in cui il potere economico si propaga per via femminile. In casa Lanzone Stucchi non importa che la discendenza sia diretta: da cinque generazioni la donna più forte e volitiva, quella che non teme di sporcarsi le mani con il potere e i suoi giochi, gestisce l’impresa di costruzioni di famiglia con polso inflessibile. Finché Francesca, l’ultima delle eredi, non incontra Riccardo, spericolato e misterioso uomo d’affari del sud, “bello come un dio greco”: l’uomo sbagliato. Sposato, come lei. E troppo diverso. Per ambiente, storia, tradizioni, etica. Fermarsi è difficile. Impossibile. E ogni volta sono lacrime, sofferenze, sesso, ma anche desiderio e grande amore. E allora? Può essere solo una follia, una sbandata o una pausa rigenerante. Ma per quanto tempo si potrà giocare mantenendo il controllo della partita? Riccardo nasconde un segreto che Francesca non riesce a penetrare, lacerata fra la carne e gli obblighi di una casta che ha fatto sua. Intanto, i rispettivi mondi li reclamano.
L’uomo sbagliato si apre con un prologo erotico e si chiude con una favola romantica, perché “l’amour physique est sans issue”, come canta Serge Gainsbourg nella canzone che apre il libro. Musica e tessuto narrativo sfumano una nell’altro: dove non arrivano le parole, arrivano le canzoni. Ogni capitolo è introdotto da un brano che ne suggerisce l’atmosfera. Perché, come diceva François Truffaut, “Le canzoni d’amore sono stupide; e più sono stupide, più sono vere”.
Erica Arosio, milanese, pariniana orgogliosa, laureata in Filosofia alla Statale di Milano, è giornalista del settimanale Gioia, dove si occupa di cultura e spettacolo. Onnivora, smodata e appassionata spettatrice, è critico cinematografico e autrice di una biografia su Marilyn Monroe (Multiplo edizioni, 1989). Ha collaborato a varie testate, fra cui La Repubblica, Il Giorno, Cineforum, Rockerilla, Segnocinema e a trasmissioni televisive e radiofoniche. Per molti anni ha curato la rubrica cinema di Radio Popolare.
Ha due figli che adora, Mimosa, 21 anni e Leone, 18.
Passerebbe la vita a viaggiare, incontrare persone e conoscere le loro storie. Lo ha fatto meno di quanto avrebbe voluto. Ma pensa di avere ancora il tempo di rimediare.
Chiara Ingrao
Il resto è silenzio
pp. 156€ 16,00
Anche Musnida, aveva una sorella. Come quella di Sara, era una sorella affascinante, molto più bella e più forte di lei. Un’eroina, uccisa mentre tentava di recuperare il corpo di uno dei fratelli, morti combattendo su fronti opposti. L’Antigone di Sarajevo, avevano scritto di lei i giornali, gonfi di retorica. Musnida, invece, era un soggetto imbarazzante: una sorella opaca, come la Ismene di Sofocle.
Eppure Ismene ha una sua verità. Una voce antica, che si intrufola a tratti fra i goffi tentativi di Sara di decifrare i misteri di Musnida, della sua famiglia, della sua terra; mentre la convivenza si prolunga, fra vicinanza e insofferenza, fra mute nausee e rumorosi congressi, fra l’imbarazzante invadenza della sorella di Sara e l’irritante ticchettio di un computer, dietro una porta chiusa.
Nel faticoso dipanarsi di vita quotidiana e grovigli esistenziali irrisolti, tra le tre coppie di sorelle (quella di quaggiù, quella di laggiù, quella del Mito) rimbalzano come in un gioco di specchi gli interrogativi dell’oggi: le guerre infinite, le barriere fra le persone e fra le identità, la paura dell’Altro che fa da scudo alla paura di ascoltare noi stessi.
Da maggio 2012 il libro sarà anche disponibile in versione tascabile per La Tartaruga edizioni
Chiara Ingrao, nata nel 1949, è sposata con Paolo Franco e ha due figlie, due figliocci e due nipoti. Di professione interprete, ha lavorato anche come sindacalista, programmista radio, parlamentare, consulente del ministero per le Pari opportunità. È impegnata nel femminismo sin dagli anni Settanta, e nel pacifismo dagli anni Ottanta. Fondatrice dell’Associazione per la pace, ha contribuito alle prime iniziative comuni fra pacifisti israeliani e palestinesi, al movimento contro la guerra in Iraq, alle iniziative di pace e di solidarietà nei Balcani. Per Dalai editore ha pubblicato nel 2005 Soltanto una vita (firmato con la madre, Laura Lombardo Radice, di cui il libro racconta la vita e raccoglie gli scritti) e il romanzo “Dita di dama” (2009), sulla storia di una ragazza che entra in fabbrica nell’autunno caldo del 1969. In precedenza ha scritto: Né indifesa né in divisa (1987, con Lidia Menapace), e Salaam Shalom – Diario da Gerusalemme, Baghdad e altri conflitti (1993); nel 2001 ha curato, con Cristiana Scoppa, il sito internet http://dirittiumani.donne.aidos.it/ e il volume Diritti e rovesci – I diritti umani dal punto di vista delle donne. Questi ultimi testi, oltre ad articoli, saggi, e brani tratti da altri libri, sono scaricabili gratuitamente alla pagina www.chiaraingrao.it.