Siamo capitati per caso a Civita nel nostro girovagare estivo 2009, solo perché un collega di mia madre aveva parlato del “paese che muore”. Noi, sinceramente, non ne avevamo sentito parlare (e sì che mio padre ci ha cresciuti a pane e Amici Miei!).
Il primo scorcio che si ha dell’abitato è quello, magnifico, dal precipizio del belvedere del centro storico di Bagnoregio.
Situata in cima a uno sperone in mezzo ai calanchi dell’Alto Viterbese, la frazione di Civita sarebbe completamente isolata, non fosse per il ponte pedonale di 300 metri che la collega al comune di Bagnoregio.
Questo isolamento e l’appellativo di “paese che muore”, datole dallo scrittore Bonaventura Tecchi, nascono dalla continua erosione che gli agenti atmosferici e i sottostanti torrenti esercitano sul colle di tufo su cui, in epoca etrusca, era stata fondata la città.
Percorso il ponte, si entra nel centro di Civita attraverso la Porta Santa Maria, affiancata da una coppia di leoni che artigliano due teste umane, a simboleggiare la sconfitta dei Monaldeschi orvietani da parte dei bagnoresi.
Più avanti, la via S. Maria si apre nella piazza principale, dove sorge la Chiesa di San Donato, di fondazione romanica, ma rimaneggiata nel XVI sec., che contiene un crocifisso ligneo di scuola donatelliana cui sono attribuiti dei miracoli.
Nonostante il borgo sia di origine etrusca, come testimoniato dall’impianto urbanistico costituito dal cardo e dal decumano, della storia più antica di Civita, a parte le gallerie scavate dagli Etruschi, non resta molto e l’intero rivestimento architettonico è di stampo medievale. Sui vicoli si affacciano basse case in laterizio decorate da loggette, balconcini e scalette esterne.
Altri luoghi d’interesse sono il Palazzo Vescovile, un frantoio risalente al ’500 e la casa natale di San Bonaventura, oltre a un belvedere da cui è possibile ammirare la valle dei calanchi.
Attualmente Civita è abitata da circa 15 persone e, nonostante il suo fascino particolare, non è ancora stata toccata dal turismo di massa: quando l’abbiamo visitata, un giovedì di metà settembre, a parte i residenti impegnati a prepararsi per il Palio della Tonna (un torneo in onore del SS. Crocifisso durante il quale i rappresentanti delle varie contrade si sfidano a dorso d’asino), il centro era quasi tutto per noi.
A Civita c’è un bed&breakfast, ma noi abbiamo dormito al B&B La Loggetta (doppia circa 70 euri), nel centro storico di Bagnoregio, a poche centinaia di metri dal belvedere. La Loggetta ha due camere matrimoniali arredate con gusto ed entrambe dotate di bagno, e una piccola cucina con angolo cottura molto accogliente e “tipica”: i veri punti forti, oltre alla posizione, sono l’accoglienza delle proprietarie e la buona scelta di prodotti per la colazione (gelatina di Est!Est!!Est!!!, wow!).
Il centro storico di Bagnoregio, sorto nel XIII sec. come frazione dell’allora prospero comune di Civita, presenta diversi monumenti di pregio, tra cui la Chiesa dell’Annunziata, ricca di opere pittoriche.
Il paese, membro del Club dei Borghi più Belli d’Italia, si trova a soli 20 minuti dall’Autosole-A1 (uscita Orvieto). Bagnoregio è inoltre raggiungibile con autobus pubblici da Viterbo, Orvieto e Montefiascone (tutti i giorni, tranne la domenica).