Libro scritto da una giornalista dell’Espresso (S.M.), uscito recentemente, raccoglie e racconta una sequela di segreti che interessano da vicino la politica dei governi del nostro Paese, e della miope subalternità a certe “strategie” degli Usa a livello mondiale.
Un Paese il nostro, da più parti considerato a sovranità limitata.
L’introduzione, che reca la firma nientemeno che di Julian Aassange, è molto incisiva: “L’essenza di Wikileaks è qualcosa di profondamente connaturato nell’uomo: è il desiderio di arrivare a scoprire la verità e di obbligare chi ha il potere a risponderne senza potersi nascondere dietro il segreto. Siamo convinti che non ci sia democrazia laddove ci sono archivi pieni di verità inconfessabili”.
Sfogliando le pagine troviamo il racconto di quello che la giornalista definisce il “progetto militare più costoso al mondo”: Il Lockheed Jsf. Un supercaccia voluto dal Pentagono americano, il cui costo di ogni esemplare dovrebbe aggirarsi intorno a 112 milioni di dollari.
Con accordo del Governo Berlusconi del 2002 e conferma di quello Prodi nel 2007, l’Italia si impegna ad acquistare ben 131 jet, per un ammontare complessivo di spesa di oltre 13 miliardi di euro.
Un investimento enorme, che viene giustificato e reso appetibile dagli Usa con la promessa di un grosso impatto occupazionale sulle nostre aziende, sulla nostra industria manifatturiera (Alenia in primis). Si parla di circa 10mila nuovi posti di lavoro.
Ma “la fonte” Wikileaks ci dimostra che probabilmente questa cifra è molto lontana dalla realtà, ridondante, sia in termini numerici che anche qualitativi, e lo “spazio” dato ai profili professionali alti e medio-alti è molto ridotto rispetto alle promesse. Le risorse di alto livello, emerge dai files, vengono adibite ad attività di basso profilo.
In sostanza le promesse degli Usa di creare lavoro, e soprattutto lavoro qualificato e specializzato, sono state puntualmente disattese.
Questo era solo un assaggio, il libro continua con altri interessanti particolari, per approfondire basta leggerlo...
E’ evidente che la piena democrazia, come afferma Assange, non possa che passare attraverso la trasparenza dei comportamenti di governanti, senza che siano posti veti di segretezza che permettono spesso di celare “manovre discutibili”.
nanni