Eppure ho scritto tantissimo in questo periodo, tanto da dover tralasciare tutto il resto, i mandala, la tessitura...
Con immensa sorpresa sono arrivati anche i primi soldi, piccole cifre, ma che emozione!
Dopotutto era uno dei miei sogni fin da bambina, scrivere.
Non il solo: scrivere, viaggiare e sostenere chi non ha una famiglia o chi ce l'ha e deve cavarsela da solo.
Ma saltiamo i primi due punti, andiamo direttamente al terzo.
Ogni tanto mi succede, raccontando dell'India, che qualcuno mi chieda con aria di rimprovero: "Ci sei andata per fare volontariato?", come se per fare volontariato si debba necessariamente andare dall'altra parte del mondo.
Non capisco.
Il volontariato fa parte del mio cammino da quando ho messo piede su questa Terra, perchè sono nata in una famiglia sensibile al riguardo, mi sono fatta le ossa in ambienti difficili proprio a due passi da casa... quindi non pensavo di andare in India per questo motivo.
Volevo conoscere altro, semplicemente.
Ma appena tornata ho sentito che qualcosa scalpitava dentro me e mi sono impegnata nella ricerca di un progetto da sostenere nella terra che amo, che non avesse a che fare con la politica o altri interessi mascherati da beneficenza. Gira e rigira ho scoperto la scuoletta di Varanasi, di cui ho parlato spesso sul blog.
Ed è a loro, ai bimbi della scuola, che penso ogni giorno. A loro dedico alcuni momenti luminosi, preghiere cantate e sorrisi del cuore.
È apparentemente strano che la mia calamita interiore si sia attivata in un posto così lontano, ma in cuor mio ho tutte le risposte e sento che al momento è una Via da seguire.
Il mio tempo con l'India non è ancora finito e forse... deve ancora iniziare, probabilmente danzo ancora sulla punta dell'iceberg.
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È lei il filo di tutto e negli ultimi tempi ho avuto la fortuna di approfondire la sua conoscenza in vari modi, stando qui a casa.
Per esempio attraverso il cibo, partecipando ad una cena con pietanze preparate da un cuoco indiano.
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Per alcuni istanti, quando sfumature di sapori differenti infiammavano la mia bocca, ho creduto di cenare in qualche suggestivo posto del Karnataka.
Solo che questa volta, io e V, non chiacchieravamo amabilmente con due backpackers portoghesi, ma con una coppia di salentini doc con i quali condividevamo il tavolo perchè nel locale si usa così.
Abbiamo scambiato racconti, pareri e impressioni sui viaggi passati, i nostri e i loro, sorseggiando del buon rosso e ridendo di gusto.
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Cena e musica hanno perso il ruolo di regine della serata, diventandone il sottofondo, mentre il nostro relazionarci è passato, gioiosamente, in primo piano.
Sono una grande sostenitrice del viaggio, ma a volte ci dimentichiamo di vivere la vita quotidiana con lo stesso stupore e la stessa apertura di quando siamo lontani da casa... e quando ci lasciamo andare, dalle nostre aperture, arriva vento fresco, ovunque noi siamo. Ovunque.
Seguendo il filo ho anche partecipato, con una nuova amica, ad una giornata, rivolta ad operatori, dedicata al massaggio ayurvedico.
È stata una buona occasione per conoscerci meglio, confrontarci riguardo i nostri studi e scoprire altri approcci, in una location di lusso...
La location del corso, nel Salento.
Nello stesso luogo, l'altro giorno ho potuto rivedere, ad una conferenza, i medici ayurvedici che mi hanno fatto la lettura del polso, nadi vigyan, a dicembre.Provengono da Mysore, ma lavorano a Delhi.
Sono sempre più interessata all'ayurveda e mi considero fortunata per aver ricevuto un vero massaggio ayurvedico ( così conosco la differenza...) in India e partecipato ad un corso serio dello stesso massaggio la scorsa estate... e così ogni occasione è buona per approfondire un mondo così vasto e interessante.
Immagine da Pinterest
Massaggio alla testa. Foto da Pinterest.
La conferenza è stata interattiva, basata su domande e risposte.
Ho ascoltato con attenzione gli interventi da parte del pubblico e le risposte dei medici indiani e del medico occidentale (che sta affiancando al suo percorso gli studi di medicina indiana).
Secondo loro, alcune malattie, come la sclerosi multipla, possono essere curate con la medicina ayurvedica.
Dipende, ovviamente, anche dallo stadio di avanzamento e da una serie di fattori che non sono di mia competenza, ma ho lavorato per oltre un anno con persone affette da sclerosi multipla e sla e questa notizia mi ha rincuorata.
Ho già sentito parlare di cure in paesi esteri, ma non avevo pensato all'ayurveda.
È stato emozionante ascoltare i due vaidya, medici riconosciuti a livello mondiale, che ci parlavano con una semplicità disarmante, affrontando determinati argomenti da un punto di vista olistico, parlando dell'importanza di quello che mangiamo e "prescrivendo" la meditazione da fare due volte al giorno.
E il medico occidentale... che dire? Ha trasmesso competenza ed entusiasmo nel suo lavoro.
In attesa di nuovi racconti, vi lascio con una "cartolina" dalla mia terra.
Fico d'India :-)
Namaste!
Immagine Pinterest da lei
* Il Filo d'India è un bel gruppo su Anobii, per chi non lo conoscesse :-)