Oltre alla provvisionale di 200 mila euro per Denise sono stati stabiliti altri 50 mila euro ciascuno per le altre due donne, parenti di Lea, costituitesi parte civile, ma il risarcimento poi da ridefinire in sede civile.
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La corte ha disposto a carico degli imputati anche un risarcimento a favore del Comune di Milano, parte civile nel dibattimento, di 25 mila euro. Inoltre la corte ha deciso che il dispositivo della sentenza dovrà essere pubblicato sull’albo del Comune e sul sito del ministero della Giustizia.
Una sentenza importante anche perchè Lea Garofalo era una testimone di giustizia uccisa e sciolta nell’acido il 24 novembre del 2009, qualche mese prima Lea era uscita dal programma di protezione per poter stare vicina a Denise, la figlia.
Intanto, Marisa Garofalo, sorella di Lea, ha commentato Sky Tg24 la notizia: «Avrei voluto mia sorella viva. E’ stata fatta giustizia. Lei ha dato la sua vita per lo Stato. Non era stata protetta a sufficienza, ma giustizia è stata fatta.»
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