Questo è quanto ha previsto la Conferenza episcopale tedesca con l’approvazione della Santa Sede.
Mentre in Italia il finanziamento alla Chiesa cattolica avviene con il controverso sistema dell’8 per mille in Germania vige un sistema molto più diretto. Infatti i contributi fiscali vengono percepiti direttamente dall’anagrafe tributaria. La tassa si chiama Kirchensteuer ed il contribuente deve indicare se appartiene alla confessione cattolica o a quella protestante ed – in questo caso – gli viene applicata questa tassa con aliquote che variano dal 3% all’8% del reddito Irpef.
Cosa accade nel caso una persona non appartenga o decida di non appartenere più a nessuna confessione? Viene esentato dal pagamento del pesante tributo ma la decisione viene comunicata agli organi competenti che provvedono ad annullare i sacramenti ricevuti.
Nonostante questi effetti religiosi dal 1990 in poi oltre 100mila tedeschi all’anno hanno voltato le spalle alla Chiesa cattolica, mentre nel 2011 è stato toccato il record di 126.488 autoesclusioni.La Chiesa tedesca a fronte del fenomeno preoccupante ha stabilito che «quanti tra i fedeli dichiarano all’anagrafe civile di non appartenere più alla Chiesa cattolica non potranno più partecipare in modo attivo alla vita della comunità ecclesiale e quindi alla vita sacramentale» e «non si potrà più fare la distinzione tra appartenenza “civile” e appartenenza “spirituale” alla Chiesa cattolica».
Per il padre gesuita Hans Langendoerfer, segretario generale della conferenza episcopale tedesca, «non si può fuoriuscire dalla dimensione “civile” della Chiesa e definirsi al medesimo tempo cattolico».
Sarebbe interessante verificare quali sarebbero gli effetti anche in Italia di un simile meccanismo: gli Italiani preferirebbero pagare più tasse oppure correrebbero a sbattezzarsi dichiarandosi atei? Conoscendo i vizi e le virtù del nostro popolo forse sarebbe un buon modo per riempire le chiese: ovviamente per chiedere lo sbattezzo.
Restano alcuni dubbi: se un fedele si accostasse al sacramento dell’eucarestia cosa farà il prete? Potrà somministrargliela oppure il fedele dovrà mostrare la ricevuta dell’avvenuto pagamento?
Certamente qualcuno potrebbe obiettare che il sacramento somministrato ad un fedele scomunicato dalla Chiesa si considera nullo ma ciò presuppone che ci sia un interesse anche nelle “alte sfere” su questioni fiscali.
Inoltre non si capisce come mai la Chiesa (che per definizione è universale) scomunichi i fedeli tedeschi che non pagano l’obolo mentre continui a considerare cattolici i tanti Italiani che decidono di destinare il proprio 8 per mille – ad esempio – alla Chiesa valdese.
Considerato che la Chiesa tedesca allontana dalla propria comunità chi ha deciso di non finanziarla come mai – in Italia – chi si è allontanato dalla Chiesa per i più vari motivi deve invece continuare al finanziamento della stessa?
Verrebbe da pensare che anche la Chiesa non è più universale ma si è dotata di un sistema di tipo federale.
Forse la Chiesa tedesca non ha considerato che molte persone di fede cattolica possono aver deciso di non finanziarla anche a causa della crisi economica che attanaglia tante famiglie: senza voler essere blasfemi molti possono considerare più importante portare a casa il pane tutti i giorni piuttosto che ricevere un’ostia durante la messa domenicale.
Ad ogni modo la Chiesa offre sempre l’immagine di una istituzione che allontana chi non paga l’obolo e rifiuta i funerali religiosi a persone come Piergiorgio Welby ma non adotta nessun provvedimento di scomunica nei confronti dei mafiosi acconsentendo – come nel caso del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis – anche alla sepoltura nella cripta di una delle proprie basiliche.
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