La pagina facebook Ladies Rugby Club pubblica la traduzione di un articolo di un articolo pubblicato sulla stampa inglese circa il trasferimento da Udine a Parabiago di Italia-Inghilterra valida per il Sei Nazioni femminile. Trasloco che non è piaciuto nemmeno oltremanica, evidentemente. Io ne avevo parlato qui.
L’articolo è a firma di John Birc.
“La generosità e l’entusiasmo dei club italiani di rugby, nell’ospitare gli incontri internazionali di rugby femminile sta rapidamente diventando leggendaria. La trasferta dell’Irlanda a Rovigo l’anno scorso ne è stata l’esempio migliore: la squadra irlandese è stata letteralmente trattata con i guanti di velluto rosso, nel corso della visita, con una gran folla entusiasta che ha reso la partita un’occasione enorme e memorabile.
Quest’anno sarà la volta dell’Inghilterra a visitare l’Italia, ed i cittadini di Udine (nel nord-est dell’Italia vicino a Venezia) erano al settimo cielo per aver avuto la possibilità di ospitare la partita. Iniziative di tutti i tipi erano state progettate per accogliere al meglio la squadra inglese. Ma niente di questo potrà essere realizzato.
Si, perchè l’Inghilterra non arriverà. Vedete, Udine dista 90 chilometri, o circa 57 miglia (in linea d’aria) dall’aeroporto di Venezia, l’Inghilterra ha però invocato una regola IRB che stabilisce che i match internazionali non si possono giocare a più di 50 miglia da un aeroporto internazionale. Se non avete mai sentito parlare di questa regola non stupitevi perché, come il portavoce italiano della FIR ha detto, si tratta di “una clausola che non è quasi mai necessaria. Tuttavia L’Inghilterra è stata irremovibile ed ha chiesto lo spostamento”.
Di conseguenza, la partita avrà luogo a Parabiago, in provincia di Milano a circa 30 km dall’aeroporto.
Per compensare gli appassionati di rugby di Udine, la FIR sposterà lì una partita della nazionale U.20, oltre ad una partita del 6 Nazioni Femminile del prossimo anno, contro Francia o Galles che sembrano non avere problemi a viaggiare 7 miglia in più o giù di lì. (…) Si dice talvolta che la legge è un asino, ma di tanto in tanto questa metafora si applica a coloro che insistono sulla sua cocciuta applicazione”.
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