Nascere a Napoli oltre ad essere per molti una fortuna, si può anche considerare un bagaglio ricco di tradizioni e usanze che solo un vero napoletano può comprendere e riconoscere.
Le abitudini meridionali sono tramandate di generazione in generazione e nonostante qualche volta capiti di ascoltare qualche giovane ribelle, o degli adulti “particolari”, che si lamentano, la maggior parte delle persone originarie del Sud è abbondantemente legata alla propria terra e a tutto ciò che ne deriva quando la vivi in pieno.
Il sole, il mare, la pizza, gli spaghetti, quante cose si potrebbero citare per dichiarare a qualcuno la propria napoletanità? Tantissime, ma c’è qualcosa che va oltre le cose materiali, ovvero le abitudini.
Ecco di seguito un elenco, scherzoso e tuttavia contenente molta verità, in cui ogni napoletano troverà un po’ della propria vita. Appartieni ad una tipica famiglia napoletana se:
- - Ti hanno insegnato che tutte le persone più grandi a cui sei legato con affetto sono zii, anche se non vi unisce un legame di sangue;
- - Quando ti fidanzi e pensi di vivere una relazione per conto tuo, tutta la tua famiglia, compresi zii diretti o acquisiti sanno già del tuo fidanzamento e pretendono che tu faccia il giro delle presentazioni, con tutti (ma proprio tutti) e qualcuno dirà: “ah ma tu sei il figlio di….”;
- - Almeno una volta nella vita hai partecipato ad un pranzo domenicale iniziato alle 13.30 circa con un lauto antipasto, che precede l’abbondante continuo delle portate che variano tra carne e frittura di pesce, e terminato alle ore 19.00, giusto in tempo per poi organizzare la cena (perché non si va a letto a stomaco vuoto);
- - Le feste natalizie sono un tour per mettere alla prova la tua capacità di ingerire tutto quello che “si mangia per tradizione”;
- - Ad ogni festa non si apparecchia mai solo per 4 persone;
- - Natale con i tuoi e Pasqua….pure!
- - Il pranzo veloce a casa della nonna non è mai inferiore alle dieci portate, perché la nonna è l’unica che ti vede sempre ‘sciupato';
- - Il matrimonio solo tra parenti stretti conta almeno 150 persone, perché sicuramente qualcuno non potrà esserci;
- - Da piccolo prima di uscire a giocare con gli amici, la raccomandazione era sempre la stessa “Se ti fai male hai pure ‘o riesto!”;
- - Ad ogni marachella dei bambini, la mamma esclama “Poi fai i conti con tuo padre!”;
- - Non esistono cugini, la parentela si suddivide in: fratelli, fratelli ‘cugini carnali’ (cioè diretti), e fratelli cugini, cioè i parenti di secondo grado;
- - Al compimento dei 21 massimo 22 anni, la domanda sul matrimonio arriva scontata e prepotente, ad ogni festa che Dio comanda;
- - La Domenica va santificata con il ragù fatto ‘con tutti i sacramenti';
- - Sai che il giovedì della settimana santa, si mangia la zuppa di cozze;
- - Il Bambino Gesù nel presepe, lo mette sempre il più piccolo, mentre tutti gli altri cantano ‘Tu scendi dalle stelle';
- - A Capodanno, subito dopo la mezzanotte lo zio addetto ai fuochi improvvisa uno spettacolo pirotecnico da fare invidia all’organizzazione dei grandi eventi;
- - Non esiste aggiungere un posto a tavola per un ospite inatteso, perché il posto in più è sempre conteggiato e se arriva una visita a sorpresa a pranzo, quando va via può addirittura portare con se pietanze preparate in più “perché non si può mai sapere”;
- - La famiglia è così numerosa che se ad un compleanno invece di 30 o 40 persone ne arrivano solo 20, pensi che sia stato un compleanno tra pochi intimi;
- - La mattina non apri gli occhi se non arriva l’odore del caffè e se per caso esci di casa senza averlo bevuto, allora non ti sei svegliato, stai dormendo con gli occhi aperti. Il caffè è sacro come il ragù della Domenica e se è fatto male si dice che ‘è na ciofeca’.
- - Appartieni ad una tipica famiglia napoletana se quando avanti a degli estranei qualche volta ti senti in imbarazzo per il troppo amore della famiglia che può apparire invadente ma nonostante ciò ti senti fiero delle tue origini così profonde e ricche di amore e tradizione.
Ci sarebbero ancora mille punti da elencare e in cui rispecchiarsi ogni volta ma noi napoletani le cose amiamo viverle e solo chi accetta di vivere il nostro mondo, potrà capire il nostro orgoglio di appartenere ad un popolo così speciale.