1. Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?
Bersani: Occorre investire sul reclutamento di ricercatori, non possiamo competere sui bandi europei alla pari proprio perché la popolazione dei ricercatori italiani si sta assottigliando a causa del blocco parziale del turn over che ha impedito un ricambio adeguato. (…) Dobbiamo attirare i nostri giovani vincitori di progetti europei in Italia garantendo loro spazio e indipendenza, favorendo la rigenerazione delle università, promuovendo la mobilità geografica e sociale dei nostri giovani, dobbiamo trasferire le persone, le competenze dal mondo della ricerca a quello dell’impresa. Non esiste la distinzione fra la ricerca applicata e ricerca di base, esiste solo la buona ricerca.
Puppato: La formula è quella di un Paese che non solo ritiene prioritario per il suo futuro investire in ricerca ma libera il mondo della ricerca dalle baronie e dalla precarizzazione. (…) Creare centri di ricerca, caso per caso, solo pubblici o per ricerca applicata in sinergia con le imprese, sostenere quelli che ci sono e funzionano, rendere esclusivamente meritocratico il metodo di assunzione dei ricercatori, eliminare la precarizzazione e aumentare i redditi dei ricercatori secondo parametri chiari e trasparenti è il mio obiettivo.
Renzi: Le risorse pubbliche vengono disperse tra centri di eccellenza e strutture improduttive, mentre la ricerca privata è appannaggio solo di un piccolo numero di grandi gruppi industriali. Non è un caso quindi se l’Italia, che in molti settori dell’industria e del commercio è ai vertici mondiali, non è ugualmente rappresentata ai vertici delle classifiche delle istituzioni universitarie e di ricerca. (…) Le nostre proposte mirano a mettere a punto un sistema di valutazione delle università e a sostenere quelle che producono le ricerche migliori. I dipartimenti universitari che reclutano male devono sapere che riceveranno sempre meno soldi pubblici. Deve essere chiaro che chi recluta ricercatori capaci di farsi apprezzare in campo internazionale ne riceverà di più.
Tabacci: …nelle ultime sessioni di bilancio alla Camera ho proposto di devolvere alla ricerca quote consistenti dei rimborsi elettorali ai partiti, ma i miei emendamenti in tal senso non sono stati approvati. (…) Vanno riprese esperienze quali i Programmi Nazionali di Ricerca e i Progetti Finalizzati avviate negli anni ’80 perseguendo (…) un coordinamento sugli obiettivi. (…) Vanno promosse donazioni dei privati per la ricerca, oggi ancora poco privilegiate sul piano dello sgravio fiscale, anche perché se opportunamente sollecitati gli Italiani rispondono generosamente. (…) Occorre introdurre l’autonomia nella gestione delle ancorché magre risorse assegnate accompagnata da rigorosa valutazione dei risultati, secondo la prassi internazionale
Vendola: C’è bisogno di un piano straordinario di assunzione degli attuali ricercatori precari e dei neo-laureati, con un reale meccanismo di tenure track, stanziando, da subito, i fondi per l’eventuale ingresso in ruolo. (…) Bisogna creare le condizioni per favorire la creazione di imprese ad alto contenuto di innovazione e ricerca e per stimolare le imprese esistenti ad investire sui giovani ricercatori piuttosto che su nuovi capannoni come spesso è stato fatto in passato.
2. Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?
Bersani: Scienza e Tecnica devono essere chiamate con largo anticipo per definire diagnosi e terapie adeguate alla sicurezza del territorio, ma con commissioni indipendenti dalla politica con un ruolo consultivo, non si può chiedere agli scienziati di prevedere i terremoti ma di esprimere valutazioni e raccomandazioni su come monitorare e gestire il territorio al fine di prevenire i disastri.
Puppato: L’impermeabilizzazione del territorio influisce pesantemente sull’aumentata velocità e dunque sulla voracità delle acque che devastano e si espandono in forma violenta. Necessita una nuova politica che faccia proprio il cambiamento necessario nel rapporto uomo-natura.
Renzi: Vanno messe in campo azioni a breve termine, come lo sviluppo di un servizio meteo-climatico nazionale allineato agli standard europei e una nuova legge d’indirizzo urbanistica che privilegi la riqualificazione del già costruito rispetto al consumo di suolo, e strategie a medio termine, come un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e lo spostamento verso la manutenzione territoriale (lotta al dissesto idrogeologico, migliore gestione delle risorse idriche) e la mobilità sostenibile delle risorse finalizzate a nuove infrastrutture.
Tabacci: La priorità dell’obiettivo e le parole chiave sono prevenzione e manutenzione per entrambi i fronti con diversi contenuti specifici, quali stringenti criteri di anti sismicità per le nuove costruzioni e per gli edifici esistenti ed un piano di messa in sicurezza per le nuove costruzioni; mentre sulla dimensione idrogeologica è necessario riprendere, rivisitandola, la cultura del presidio del territorio che il nostro Paese ha adottato per secoli:
Vendola:Siamo stati l’Italia della furbizia, delle sanatorie, dei condoni, un bilancio assolutamente inaccettabile. Dobbiamo invertire definitivamente e con efficacia questa rotta. L’Italia sta sprofondando letteralmente nel fango. Bisogna mettere in campo la più grande opera pubblica dal dopoguerra ad oggi: un Piano straordinario di messa in sicurezza, manutenzione e tutela del territorio.
3. Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?
Bersani: La nostra strategia si sviluppa lungo due assi principali: efficienza energetica e minimizzazione degli agenti inquinanti, agendo sui cicli di produzione e consumo, e diversificazione dell’approvvigionamento energetico, sostenendo le fonti rinnovabili. Gli incentivi alle fonti rinnovabili sono stati uno strumento importante di politica industriale
Puppato: In campo di politiche energetiche la strategia nazionale che sta proponendo Passera in questi giorni, basata ancora per la maggior parte su su gas, petrolio e carbone penso sia un errore e un ritorno al passato. Penso che il Paese abbia bisogno invece di nuove prospettive e produzioni ad elevata qualità ecologica che garantirebbero sviluppo e risanamento climatico.
Renzi: Sarà opportuno definire delle linee guida, ricavate dalle best practice messe in campo dai Comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci, che forniscano delle informazioni essenziali per la mitigazione negli Enti Locali. Per rendere efficaci tali misure sarà allo studio una revisione del Patto di Stabilità per sbloccare gli investimenti agli Enti Locali nel settore del risparmio e dell’efficienza energetica e della tutela del territorio.
Tabacci: Il punto fondamentale è agire nella consapevolezza che non c’è niente di più globalizzato che la questione integrata energia e ambiente, questione da affrontare quindi su scala planetaria: un contributo alla soluzione può giungere da una collaborazione internazionale che veda i paesi in fase di industrializzazione installare impianti ad alta efficienza e a basso impatto il cui costo aggiuntivo rispetto a quello dell’impianto tradizionale sia in parte sostenuto dai paesi già sviluppati che potrebbero fornire le tecnologie e i componenti necessari con finanziamenti a lungo termine gestiti da Organismi Finanziari di Cooperazione Internazionali la cui restituzione sia legata anche ai ritorni della vendita dell’energia generata (una sorta di Piano Marshall del settore energetico in joint venture e in project financing internazionale).
Vendola: La struttura geologica e geoclimatica del nostro paese ci può consentire di pensare ad un futuro esclusivamente rinnovabile. Le nuove energie per il riscaldamento e il raffrescamento come il solare termico e la geotermia a bassa entalpia e le strategie di cogenerazione anche del metano possono portarci nei prossimi cinque anni a ridurre del 50% il costo della bolletta energetica per riscaldamento. La diffusione delle energie rinnovabili elettriche può trasformare l’Italia in un paese libero dal ricatto - politico, oltre che economico - di carbone ed energie fossili.
4. Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?
Bersani: I riferimenti valoriali sono ben definiti nella Costituzione italiana: sono il rispetto della persona umana e del suo diritto a essere curata ma anche di non esserlo affatto rifiutando o chiedendo di interrompere le cure (articolo 32). Occorre distinguere la libera ricerca degli scienziati, da incoraggiare, sostenere e rispettare, e i rischi reali insiti nell’utilizzo dei suoi risultati. (…) Sono contrario ad una eutanasia che preveda un ruolo attivo del medico nell’interrompere la vita.
Puppato: La legge 40 va rivista al più presto visto che già oggi costringe molte coppie al turismo riproduttivo. (…) Rispetto al fine vita sono convinta che ognuno di noi abbia il diritto di stabilire, in casi estremi, come sia più dignitoso andarsene. Ha diritto di dirlo, scriverlo su appositi registri e lo Stato dovrà rispettare queste volontà.
Renzi: In materia di fecondazione assistita – Legge 40 – è necessaria una revisione della normativa, perché essa presenta criticità e incoerenze. Questa revisione dovrà partire da una valutazione del grado di coerenza della legge rispetto al contesto giuridico in cui essa si colloca.
Il testamento biologico è parte integrante del nostro programma. La nutrizione e l’idratazione artificiale siano garantite per tutti coloro che non le rifiutino esplicitamente nelle dichiarazioni anticipate di trattamento.
Tabacci: Sulla fecondazione assistita occorre trovare un equilibrio tra i diritti degli adulti che desiderano divenire genitori e quello degli embrioni; un equilibrio che parta dalla difesa della vita, ma non neghi le possibilità che la scienza mette e metterà a disposizione della volontà di avere figli. (…) La tematica del cosiddetto testamento biologico pone questioni complesse che è utile approfondire con spirito costruttivo; due devono essere a mio avviso gli elementi di riferimento: va respinto l’accanimento terapeutico e ritengo inaccettabile l’ipotesi del suicidio assistito.
Vendola: Io credo si debba cancellare una delle leggi più oscurantiste, pericolose e ingiuste nei confronti delle donne. I limiti della legge 40 sono continuamente confermati dai tanti ricorsi vinti da quelle coppie che si rivolgono ai tribunali per vedersi riconoscere un principio fondamentale di libertà e di giustizia. Sostengo con convinzione il rispetto della libertà di scelta per il fine vita. L’obbligo di soffrire per legge non è umano e dignitoso, non è più rinviabile una legge sul testamento biologico.
5. Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
Bersani: Occorre rilanciare la ricerca sulla genetica delle piante, e quindi sugli OGM, con la finalità di mantenere un’adeguata leadership intellettuale su questo tema, così complesso ed articolato. Non farlo significherebbe perdere la capacità di valutazione su tecnologie che verranno sicuramente sviluppate in altri Paesi e che si affacceranno sui nostri mercati: occorre conoscere per poter valutare e decidere e non possiamo impedire ai nostri ricercatori di mantenere e conservare il proprio patrimonio di conoscenze sugli OGM e le loro possibili applicazioni in agricoltura.
Puppato: L’Italia è e deve restare “OGM free”. Oggi come oggi la scienza non è in grado di affermare con ragionevole certezza né la pericolosità né la sicurezza degli alimenti prodotti utilizzando OGM, sia che si tratti di alimentazione umana sia che siano introdotti nella catena alimentare attraverso l’alimentazione animale. Ecco perché preferisco attenermi a un saggio principio di precauzione in materia, peraltro suffragato da più di un intervento delle autorità internazionali a tutela della salute.
Renzi: Il futuro dell’agricoltura italiana non credo possa essere legato agli Ogm. (…) Credo che occorra studiare bene tutti gli effetti dell’utilizzo in agricoltura di OGM e dell’impiego nell’allevamento animale di mangimi Ogm e gli effetti sulla salute pubblica. Se è giusto, insomma, che la ricerca esplori più campi rispetto a quelli messi in pratica, si tratta di evitare quello che tutte le nostre associazioni agricole temono e cioè il Far West italiano, che qualcuno possa seminare campi di mais Ogm in grado di contaminare i territori circostanti con i pollini Ogm.
Tabacci: Il ruolo dell’agricoltura italiana vedrà sempre più pronunciate le tendenze in atto verso prodotti di qualità, di fascia alta che valorizzino specificità organolettiche e culturali; questo segmento di mercato non costituisce occasione di elezione per l’utilizzo nell’agroalimentare di OGM. L’etichettatura che informa il consumatore è uno strumento di trasparenza che, insieme a campagne informative rivolte alla pubblica opinione, deve essere promosso sistematicamente e quindi anche in questo caso.
Vendola: Un’agricoltura fortemente orientata alla qualità e alla distintività territoriale è strategica per il futuro del Paese. Gli Ogm non solo non servono alla nostra agricoltura, ma comporterebbero un danno per un’agricoltura che può competere solo sul piano della qualità, della tipicità, della diversità e non certo sulla quantità.
6. Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN?
Bersani: Gli esempi suggeriscono che un indistinto sí o no al rimborso di tutte le “medicine alternative” da parte del SSN non abbia molto senso: ma non è compito della politica entrare in questo campo. Il governo della medicina e della sanità, sul piano delle scelte di spesa pubblica, deve usare la scienza e quindi fondarsi sulle prove, piuttosto che sulle opinioni o le credenze filosofiche. Il rimborso delle cure si paga con le tasse dei cittadini e quindi si deve trovare un piano di controllo – condiviso – dell’efficacia di quello che lo stato decide di pagare.
Puppato: L’assimilazione ai farmaci tradizionali dei farmaci omeopatici è un dovere vista la normativa in materia. Bisogna procedere con serietà e correttezza, mettendo fine ad una chiusura preclusiva dello Stato Italiano nei confronti della medicina alternativa e dei farmaci ad essa correlati.
Renzi: Evidenzio una duplice esigenza che dovrebbe comunque essere considerata: da un lato segnare una distinzione chiara tra discipline bionaturali del benessere e settore medico-sanitario, e dall’altro porre termine all’attuale situazione di esercizio di tali discipline al di fuori di ogni controllo. Entrando nel merito della normativa a cui sarà utile lavorare, ritengo necessario individuare una chiara indicazione delle discipline riconosciute e la previsione di standard minimi per la formazione degli operatori e per i centri presso i quali si svolge tale formazione (questo anche a garanzia di quanti ricevono i trattamenti).
Tabacci: Non può essere in nessun modo derogato il principio basilare del metodo scientifico, basato sull’evidenza e sulla documentazione dei risultati, sulla loro riproducibilità e sul consenso della comunità scientifica internazionale di riferimento e tanto meno si può in un settore così delicato rinunciare a strumenti di regolazione.
Vendola: Rispetto alla medicina alternativa, cui fanno ricorso un numero considerevole di cittadini e cittadine nel nostro Paese, l’elemento prioritario è definire un chiaro e trasparente percorso di verifica scientifica di efficacia e di sicurezza per i pazienti, che sia confrontabile con quello cui è soggetta la medicina cosiddetta tradizionale. Va incoraggiata la ricerca e l’innovazione anche in questo settore, ma nella direzione di orientare le scelte in virtù della più rigorosa evidenza scientifica, per non compromettere la salute dei malati e la sostenibilità del sistema.