Ecco un altro esercizio, per cui l’estate può essere un tempo propizio. Prova a verificare se c’è qualcosa di “inutile” nella tua vita. Qualcosa, anche un piccolo oggetto, o qualcuno, che non “ti serve” a niente. Qualcosa o qualcuno, da cui non ti aspetti niente. Nessun vantaggio, nessuna utilità attuale o possibile, nessun “favore” o protezione, nessuna “soddisfazione” di un tuo bisogno eventuale. Prova a verificare se c’è, ancora, qualcosa, in quello che fai o che hai, che non sia “finalizzato” a qualcos’altro. Prova a verificare se ci sono, nella tua vita, spazi, momenti o cose o persone che non siano state assorbite e annullate nel primato del "pensiero unico", nella pervasività onnipotente dell’utile! E qui occorrerebbe superare – come insufficiente ai fini del nostro discorso - anche la classica distinzione tra “valore di scambio” e “valore d’uso”: perché anche il valore d’uso, in fondo, è un modo per “finalizzare”, appunto, per “usare”, le cose e le persone! Ovviamente, è naturale che, nella vita di un essere vivente, ci siano anche molte cose che “servono”, che sono necessarie, che soddisfano bisogni di vario genere. E quindi ha un suo significato anche la distinzione tra valore d’uso e valore di scambio. Ma, in fondo, finalizzare qualcosa o qualcuno a qualcos’altro, sia pure un bisogno nobile e umano, non sarebbe ancora una forma di mercificazione, per usare la terminologia del vecchio Marx? Non sarebbe, in ogni caso, l’espressione – nonostante tutte le distinzioni possibili - della vittoria e del primato dell’utile? E quindi un segno del nostro definitivo “assoggettamento” alla logica del “mercato”? E, allora, prova! Prova a verificare se, nella tua vita, oltre al resto, c'è - anche - qualcuno, o qualcosa, il cui senso per te stia solo nel semplice “fatto” che esista, che sia, che stia lì! Qualcuno o qualcosa, da cui non pretendi o non ti attendi niente! Qualcuno o qualcosa, da cui, semplicemente, “accogli” – non “chiedi”! - con gratitudine e con pienezza, il suo esserci, così come si suole fare con un tramonto o con un panorama, o con una stella, ai quali nessuno pone condizioni, ma difronte ai quali, al massimo, esclamiamo: “guarda!” Prova! Perché, se riesci ancora a trovare, nella tua esistenza, qualcosa, o qualcuno, di “inutile”, qualcosa o qualcuno che non “ti serve”, e con cui non hai un rapporto di scambio, allora significa che sei ancora un essere “umano”! Se, invece, a tutto quello che hai, cose o persone, associ sempre una qualche “utilità” per te, allora vuol dire che, anche tu, sei un OGM, un organismo geneticamente modificato. Questo però sarebbe un assai cattivo segnale per il futuro tuo e dell’umanità intera!
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