Seicentoventi (VIII)

Da Snake788

Panico!
Peeeeeeee
Peeeeeeeeeeee
Il camionista si stava innervosendo ma non capiva che, così facendo, aumentava solo la mia tensione. Ero preso dal panico per la paura che un camion da 5 tonnellate potesse ridurmi a un tappeto di pelle e ferraglia. Insistetti col piede sul cambio per scalare la marcia e recuperare la potenza necessaria a cacciarmi dai guai. Tirai la frizione e diedi una botta col piede sul cambio. Lasciai la frizione e accelerai. La moto però fece un inutile rombo che non mi spostò in avanti. Il motore era in folle.
“Cazzo non è entrata!”
Il cambio era bloccato.
Peeeeeeeeeee
Frizione, cambio…
Frizione, cambio…
“Entra porcaputtana!”
Il mio piede stava martoriando quel povero e delicato pedalino del cambio.
La moto rallentava sempre di più. Dovevo connettere il motore all’acceleratore.
Intanto il camion stava avanzando velocemente. Lo sentivo dietro le mie spalle. Sentivo lo stridere dei suoi freni e il possente motore che rallentava. Era la fine… Ero perfettamente al centro di un’autostrada con un camion alle spalle e le macchine che mi sfrecciavano ai lati.
“Dio, lo so che ho fatto una cazzata a comprarmi una moto… ma perché farmi morire proprio così? Fammi prendere prima la patente!”

Poi qualcosa accadde…
Frizione, cambio e la moto scattò in avanti. Il motore trasmise potenza alla catena e poi alla ruota posteriore. Accelerai di colpo.
“Via!”
Ripresi velocità e mi spostai subito sulla corsia più a destra. Il camion mi superò subito. Era molto vicino. Il camionista continuò a strombazzare per alcune centinaia di metri. Poi non lo vidi più.

Il peggio era passato. Feci un paio di respiri profondi e piano piano rallentai. Adocchiai sulla destra una piazzola d’emergenza.
Mi fermai…
“Cazzo! E ora che faccio!”
Avevo perso la mia macchina guida con a bordo Gianni e Francesca.
E… “i documenti e il mio fottutissimo cellulare!”
Non avevo niente. Eravamo solo io e la moto.
Guardai l’orologio.
8:10
L’esame era alle nove in punto.
Mi venne una risata isterica…
“Appena prendo quei due! Li uccido con le mie mani!”
Intanto le macchine continuavano a sfrecciare sulla tangenziale est di Milano. Guardavo la loro direzione. Non avevo la più pallida idea di dove cavolo andassero.
“Mi sono perso…”
Avevo progettato tutto.
“E, come al solito, tutto è andato a puttane.”
Pensa Ciro… pensa…”
Ci sarà una soluzione per arrivare dall’altra parte di Milano in tempo. Pensa
“Beh… L’ultima cosa che so è che quei due cretini hanno preso l’ultimo svicolo poco prima… Quello che io ho saltato… se riuscissi a prenderlo potrei arrivare sulla tangenziale ovest e lì… conosco la strada…”
 
“Se riuscissi a prenderlo…”

Voltai lo sguardo indietro, verso lo svincolo. Non lo vedevo. Era distante. Ma non di molto. L’unico problema era la massa informe di macchine che si dirigeva nel senso opposto.
Era una maledetta autostrada quella, ed io dovevo prendere quel maledetto svincolo, a tutti i costi.
Così…
Girai il manubrio e voltai il mio faro contro le macchine che transitavano ignare. In attesa del momento giusto.

“Beh… Se non sono morto prima…”

Continua… (Sabato ore 10:00)

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