Proseguiamo il discorso sulla editoria già avviato in altri precedenti post… ne richiamo un paio.
Nel gennaio 2008, proprio su questo blog, avevamo avuto modo di affrontare il fenomeno della cosiddetta editoria a pagamento. (in questi giorni si è tornato a parlare di editoria a pagamento anche in associazione al fenomeno del self-publishing: segnalo, in proposito, un articolo pubblicato sul Manifesto e poi su Nazione Indiana da alcuni rappresentanti della generazione TQ).
Di self-publishing ne avevamo fatto cenno in questo post dell’ottobre 2006 (”Vuoi pubblicare? C’è Lulu, baby“) e, successivamente, in “La rivoluzione Internet e Pasolini” (post del marzo 2007 nel quale si segnalava, tra le altre cose, la scelta da parte di Giuseppe Genna di pubblicare un suo libro proprio con Lulu: uno dei primi scrittori noti che decideva di utilizzare questo strumento). Più di recente abbiamo affrontato le problematiche connesse all’e-book (L’e-book e (è?) il futuro del libro), partendo dalla discussione avviata su un post dell’ottobre 2009 (Oronzo Macondo). Per quanto concerne la “questione e-book” consiglio la lettura di questo post di Loredana Lipperini.
Vorrei riprendere le fila delle discussioni già avviate in precedenza, concentrandomi sul fenomeno del self-publishing ulteriormente sviluppatosi anche in seguito alla crescita de ilmiolibro.
Primo punto (a beneficio di chi non lo sapesse): cosa deve intendersi per self-publishing? (in italiano “auto-editoria”, “auto-pubblicazione”, “auto-edizione”… oppure, “libro-fai-da-te”).
Su Wikipedia Italia esiste la voce “Autoedizione“, che dice così:
Nel caso di autoedizione l’autore, invece, si incarica di seguire tutte le fasi della realizzazione dell’opera, avvalendosi eventualmente di qualche figura professionale esterna.
L’acquisizione dei dati elettronici e l’impaginazione ha sostituito la composizione con linotype. Ormai la stampa elettronica dà risultati soddisfacenti anche per testi con fotografie. Le correzioni tipografiche e grammaticali che possono essere affidate a dei professionisti della correzione bozze. La realizzazione può avvenire anche con una stampante domestica, anche se ormai sono disponibili servizi di stampa digitale che offrono prezzi competitivi. Più vincolato è il problema della rilegatura, che, in genere a livello domestico dà risultati non soddisfacenti (ad esempio: le spirali)”.
A tal proposito, sul sito della Treccani alla voce Self-publishing leggiamo un interessante articolo sull’uso della terminologia inglese (riporto questo passaggio)…
Ma torniamo all’argomento “autoedizione” o “self-publishing” (indicatelo pure come preferite).
Cosa è cambiato rispetto all’ottobre 2006 (riferimento al mio vecchio post)? Probabilmente, come già accennato, è cambiata la dimensione del fenomeno. Il fatto, cioè, che il numero degli utilizzatori della autopubblicazione è aumentato a dismisura. È questo un bene o un male?
Proviamo a discuterne insieme (partendo da qualche domanda).
Cosa ne pensate del self-publishing (o autoedizione)?
Quali sono, a vostro avviso, i pro e contro del “fenomeno”?
Che connessione c’è (ammesso che ci sia) tra il fenomeno della “editoria a pagamento” e quello del “self-publishing”?
Come sta cambiando l’editoria alla luce dello sviluppo di questi nuovi fenomeni?
Cosa ne pensate della “intromissione” di Amazon nel campo dei libri e dell’editoria?
(Dicono ad Amazon: “dopo aver dimostrato ai lettori che non hanno bisogno di librerie, adesso incoraggiamo gli scrittori a bypassare gli editori“. A tal proposito vi segnalo questo articolo di Alessandra Farkas pubblicato sul Corriere della Sera del 18 ottobre)
A proposito di editoria: quali sono ruoli e compiti dell’editore?
Ci attendono anni di incertezza, anche nell’editoria. Leggeremo su carta o in formato elettronico? Continueremo a leggere o la lettura sparirà? Cosa leggeremo: solo best-seller (e quali best-seller) o ci sarà una ripresa della lettura più impegnata?». Un pamphlet sulle sfide del mestiere editoriale di oggi, sui nuovi strumenti digitali, sulle persone che lavorano con passione, spesso nell’ombra, per proporre nuove storie a un pubblico mai così esigente e critico.
Di seguito, la videointervista di Sandro Ferri rilasciata a La Compagnia del libro (vi invito ad ascoltarla e a commentarla).
Un’ultima domanda: cosa pensereste se decidessi di auto-pubblicare il secondo volume di “Letteratitudine, il libro“, ricorrendo (per esempio) a Lulu.com o a ilmiolibro, anziché a un editore tradizionale?
Ci sto pensando un po’ su (e vi spiegherò il perché nel corso della discussione); ma mi piacerebbe leggere le vostre impressioni in proposito…
Come sempre, grazie in anticipo per l’attenzione e per la partecipazione.
Massimo Maugeri
Scritto martedì, 8 novembre 2011 alle 10:03 pm nella categoria INTERVENTI E APPROFONDIMENTI. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.