Selma – La strada per la libertà

Creato il 05 febbraio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2015
  • Durata: 127'
  • Distribuzione: Notorious
  • Genere: Drammatico, biografico
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Ava DuVernay
  • Data di uscita: 12-February-2015

Ava DuVernay, cineasta indipendente vincitrice del premio per la miglior regia con Middle of Nowhere al Sundance del 2012, fa rivivere per la prima volta sullo schermo la vita e la lotta per i diritti civili di Martin Luther King, politico e attivista americano premio Nobel per la pace nel 1964. Proprio con la premiazione di King a Oslo si apre la pellicola candidata agli Oscar 2015 per poi concentrarsi su un preciso momento storico della battaglia non-violenta capeggiata dall’attivista afroamericano: la marcia che, nel 1965, da Selma, cittadina dell’Alabama, doveva arrivare fino a Montgomery e che avrebbe segnato l’inizio della rivolta dei neri per il diritto al voto. La DuVernay porta avanti dunque un discorso iniziato con Lincoln (Steven Spielberg), proseguito con il minore The Butler (Lee Daniels) e rafforzato dal 12 anni schiavo di Steve McQueen. La sceneggiatura scritta da Paul Webb si focalizza non solo sull’ideologia pacifista di Martin Luther King (un ottimo David Oyelowo) contrapposta alla belligeranza del movimento dei Black Panter, il suo braccio di ferro con il Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson (Tim Wilkinson) per convincerlo a redigere quello che diventerà il Voting Rights Act e l’ingerenza costante dell’FBI, capitanata da J. Edgar Hoover (Dylan Baker), pronta a registrare ogni suo movimento, ma ci racconta anche l’aspetto privato, i suoi dubbi e sensi di colpa per le vittime di quell’insensato razzismo e i problemi del suo matrimonio con l’amata e tradita Coretta (Carmen Ejogo).

Un materiale narrativo denso e verboso che influisce inevitabilmente sulla regia che Ava DuVernay realizza in modo pulito, ineccepibile, caratterizzato da lentissimi movimenti di macchina che spesso riprendono da dietro il volto di King per mostrarci quello che i suoi occhi vedevano durante le marce o i suoi infuocati discorsi, sicuramente alcuni dei momenti più alti della pellicola che ricordano la sua formazione da pastore protestante. Nonostante alcune inquadrature meno “classiche” (l’aggressione da parte della polizia al personaggio interpretato da Oprah Winfrey, qui anche produttrice insieme a Brad Pitt, l’uccisione del prete di Boston reo di sposare la causa di King) un’ottima fotografia e la potenza della ricostruzione storica e degli scontri tra attivisti indifesi e polizia sul ponte Edmund Pettus Bridge in quella che passerà alla storia come la Bloody Sunday, quello che si avverte è una generale mancanza di audacia da parte della regista indipendente nell’osare qualcosa di più a livello visivo, la stessa audacia che contraddistingue invece i protagonisti della pellicola.

Manuela Santacatterina


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