La storia è quella di Marthin Luther King ma, fortunatamente, al centro non c’è la sua intera vita e il film non si conclude con il suo omicidio. La pellicola, infatti, si concentra sulla battaglia del Reverendo King per il voto agli afroamericani; una battaglia combattuta nella città di Selma, in Alabama, uno degli stati americani ancora oggi considerato più arretrato culturalmente sotto il punto di vista dell’integrazione. Al centro della storia c’è ovviamente la lotta di King e dei suoi, il Presidente Johnson e il Governatore dell’Alabama, George Wallace, che ha messo in campo soluzioni razziste e violente per evitare la marcia da Selma per il diritto al voto. A livello legislativo, infatti, il voto ai neri è sempre stato presente fin dall’emancipazione, ma per poter votare gli afroamericani avrebbero dovuto sostenere un “test”, che ovviamente veniva pilotato dagli addetti per negare loro la possibilità di votare. In America, infatti, attraverso il voto non vengono eletti solo rappresentanti politici, ma anche altre cariche, come quella dello sceriffo o dei dirigenti.
Sinceramente i biopic un po’ li odio…non riesco mai a capire se mi siano piaciuti o meno. Mi spiego: il fatto che la storia non sia originale, ma che sia anzi una storia vera, mi toglie quel pizzico di curiosità che la pellicola potrebbe avere. Sappiamo tutti, anche solo consultando wikipedia, che King completa la marcia e ottiene il voto per gli afroamericani. Sappiamo tutti che Turing completa la sua macchina e scopre il gioco dei tedeschi. Sappiamo tutti che alla fine Chris Kyle ci resta secco. Dice, sì ma l’importante è come viene narrata la storia, non la storia in sé. Sono d’accordo e infatti in The Imitation Game sono rimasto molto colpito dalla narrazione, dai flashback sulla scoperta dell’omosessualità e i flashforward agli ultimi giorni di vita di Turing. In questo Selma, per quanto la regia fosse sempre molto pulita (anche se parecchio anonima) e la storia narrata sia, ovviamente, bella ed educativa, non ho percepito quel quid, quel qualcosa in più che mi ha fatto amare il film. La storia è lineare, precisa, senza sbavature, ma rimane una narrazione asettica, nella quale le emozioni sono piuttosto banali. Non voglio certo dire che Selma sia un brutto film, ma non credo meritasse la candidatura agli Oscar. Bello, certamente, ma più per il suo valore storico che non per la storia della cinematografia.