La semina delle hoye è qualcosa di difficile, non per il procedimento in se stesso che è alla portata di tutti, ma per la difficoltà nel recuperare dei semi fi hoya freschi dalle proprie piante, nei siti o negozi specializzati o su internet.
Infatti, affinché una hoya riesca a produrre dei frutti occorrono tante situazioni favorevoli quali la fioritura contemporanea di specie simili tra di loro, un insetto in grado di impollinarle e tanta tanta fortuna.
Se si ha questa fortuna, come è capitato a me, occorre, innanzitutto, individuare il frutto tra l'intrigo di foglie e racchiuderlo in una calza o in qualcosa di pratico da aprire per evitare che i semi, a maturazione completa del frutto, possano volare via, vanificando tutto.
Un paio di mesi fa, mentre davo acqua alla mia hoya carnosa, mi sono accorto, per puro caso, che ha prodotto un bel fruttino, ben nascosto da una delle due canne che sostengono la pianta.
Lo stupore e la gioia sono state tante e dopo l'entusiasmo iniziale è cominciata la ricerca del papà o della mamma, dipende dai casi..... visto che ho letto che la carnosa non si autoimpollina.
Ho cominciato ad escludere tutte le piante che ancora non sono in grado di fiorire e ho rivisto le foto delle ultime fioriture e l'unica indagata è la hoya carnosa var fungii, impollinata, probabilmente, da qualche ape che girava spesso tra le mie piante.
Per la semina ho usato terricci diversi, improvvisando per capire meglio ciò che preferiscono i semini e usando due tecniche diverse, la prima del contenitore in plastica e la seconda con la tecnica del sacchetto, con il risultato che la seconda tecnica è più efficiente, al momento, perché crea un microclima ideale alle piantine, con temperatura e umidità costante.
Il terriccio usato presenta parti di torba bionda di sfagno, pomice e lapillo e ho aggiunto in un vasetto segatura e pezzettini di palma secca, mentre nell'altro una parte di agave secca che ha una consistenza leggerissima e mantiene l'umidità.
Sul fondo del vasetto e del contenitore ho messo dell’argilla espansa per far drenare
l’acqua in eccesso e non creare ristagni che potrebbero essere nocivi alle giovani e future piantine, che andranno ovviamente rinvasate in primavera.
Spero di portare a termine qualcuna di queste piantine e di capire che tipo di
hoya ne verrà fuori, anche se qualche sospetto ce l'avrei (hoya motoskei, frutto dell'incrocio tra le due piante), ma lasciamo che la natura faccia il suo corso e vediamo cosa
succede.