La polvere non è soltanto un problema di casa: ogni istante, sopra le nostre teste, ci sono miliardi di particelle di polvere (pulviscolo) che viaggiano nell'atmosfera, e che hanno un'influenza determinante sul clima del nostro pianeta.
Giusto a titolo di esempio, dal solo Sahara ogni anno vengono sollevate circa 1,6 milioni di tonnellate di polveri, che sono in grado di percorrere tutto l'Atlantico fino a raggiungere le coste del Sudamerica.
Il dato che preoccupa alcuni climatologi è il fatto che la polvere atmosferica sia raddoppiata nel corso dell'ultimo secolo. Il vento che soffia sui deserti di tutto il mondo solleva particelle di polvere in aria, le spinge in quota e le fa viaggiare lungo gli strati alti dell'atmosfera.
Queste nuvole di pulviscolo hanno la capacità di influenzare il clima e l'ambiente in località distanti anche migliaia di chilometri.
Comprendere le dinamiche che stanno dietro a queste nuvole di particolato può aiutare a creare modelli più accurati per la previsione dei cambiamenti climatici locali e globali. Il problema da risolvere prima di tutto è capire perchè i livelli di polvere atmosferica sono cresciuti.
"Non lo sappiamo" dice Natalie Mahowald, scienziata atmosferica della Cornell University. "Probabilmente è una combinazione di agricoltura e pascoli, come anche il cambiamento climatico, perchè molte delle regioni stanno diventando sempre più secche, e questo aumenta la polvere. Abbiamo incertezze su tutto. Abbiamo bisogno di più dati".
La polvere proveniente dalle località aride e desertiche ha forse lo stesso impatto delle polveri sottili create dall'attività umana, se non addirittura superiore in alcuni casi. Le particelle di polvere in sospensione alterano l'assorbimento della luce solare da parte dell'atmosfera, e cambiano le proprietà delle nubi, che giocano un ruolo chiave nelle dinamiche climatiche.
Il pulviscolo ha effetto anche sulla chimica degli oceani: il ferro contenuto in queste particelle è in grado di aumentare la crescita di plankton, con effetti che siamo in grado solo limitatamente di prevedere.
Allo scopo di comprendere la storia della polvere atmosferica terrestre, Mahowald ha creato una lista di dati provenienti dalle analisi dei ghiacci polari e da campioni di sedimenti prelevati da decine di siti in tutto il mondo.
I ghiacci antartici, per esempio, hanno consentito agli scienziati di identificare particelle di polvere provenienti dal Sud America. I sedimenti prelevati dai laghi delle San Juan Mountains contengono particelle originarie del deserto Mojave californiano, distante 200 chilometri.
La raccolta e l'analisi dei dati copre un arco temporale che va dal 1900 al 2000, durante il quale i livelli di polvere hanno avuto alti e bassi. Ma, in generale, la quantità di polvere è globalmente raddoppiata nell'ultimo secolo, ad eccezione del Nord America, in cui i livelli sono relativamente diminuiti.
I periodi in cui la presenza di polvere è stata più massiccia corrispondono a temperature più basse, compensando parte del riscaldamento dovuto causato dai gas serra. Si calcola che la riflessione della luce solare causata dalle particelle di polvere in sospensione nell'atmosfera possa ridurre la temperatura media dell'Oceano Atlantico di 0,1-2,0°C.
Inoltre, come la polvere si accumula nell'atmosfera, modifica il comportamento delle nubi in modo tale da allontanare temporali e tempeste dalle zone desertiche, favorendo la desertificazione e la creazione di nuove polveri.
"Quando il clima cambia, si ha una variabilità elevatissima nell'emissione di polvere" spiega Joseph Prospero, scienziato atmosferico dell'Università di Miami. "C'è probabilmente un ciclo in cui il clima diventa più secco e ventoso causando un aumento della polvere, e la presenza di più polvere ha effetti sulla radiazione solare, per cui va a modificare il clima. C'è molta incertezza su come questo meccanismo funzioni. E' per questo che concentriamo le nostre ricerche sulla polvere".
Dust Levels Doubled World-Wide