Una riforma complessiva della polizia municipale è estremamente urgente. A lanciare l’allarme sono i rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, ascoltati al Senato dalla commissione bicamerale sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali. Da diverso tempo, ha spiegato Antonio Ragonesi, responsabile sicurezza e legalità dell’Anci, le regioni a cui era affidato il compito di formare gli operatori addetti alla polizia municipale non lo stanno più facendo.
Anche nelle piccole realtà locali c’è bisogno di un rilancio delle regole, ha detto Ragonesi, rivolgendo un appello al legislatore per una revisione della definizione di sicurezza urbana, oggi contenuta in un decreto ministeriale, ma che andrebbe invece regolata da una norma primaria che conferisca al sindaco il potere di ordinanza.
Siamo in momento di confusione legislativa, ha aggiunto Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno (Reggio Calabria), sotto scorta per aver ricevuto minacce e intimidazioni da un boss locale. Anche per Tripodi la materia degli enti locali andrebbe ripensata, soprattutto con riferimento alla disciplina che regola lo scioglimento dei comuni. Che è ben scritta riguardo alla parte preventiva, però poco si dedica alla parte successiva, delle prime amministrazioni elette dopo lo scioglimento.
Quella di oggi era la terza delle audizioni svolte finora dalla commissione d’inchiesta, che entro sei mesi dovrà stilare un’analisi del fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, per presentare eventuali proposte al Parlamento.
MC