Sensazioni + Carezze || Algoritmi inanimati

Creato il 28 dicembre 2014 da Claudia Stritof

Un uomo e una donna, amici e amanti, affetto e condivisione. Questi gli ingredienti fondamentali di una storia d’Amore, quella tra Samantha e Theodore. L’unico inconveniente: Lei non ha un corpo, ma è un sistema operativo di ultima generazione, l’OS1. Un amore che sembrerebbe impossibile, ma che invece trascende a tal punto da diventare reale.  La storia è quella del film Her di Spike Jonze, ne avevo sentivo parlare spesso e dietro consiglio di un amico ho deciso di dedicarmi alla sua visione.

Nel monologo finale, Theodore scrive una lettere alla sua ex moglie confidandole:

Cara Catherine, sono stato qui a pensare a tutte le cose per cui vorrei chiederti scusa. A tutto il dolore che ci siamo inflitti a vicenda. A tutte le cose di cui ti ho incolpato. A tutto ciò che volevo che tu fossi o dicessi. Mi dispiace per tutto ciò. Ti amerò sempre perché insieme siamo cresciuti. E mi hai aiutato a farmi diventare chi sono. Voglio solo che tu sappia… che dei frammenti di te resteranno per sempre in me. E di questo te ne sono riconoscente. Qualsiasi cosa tu sia diventata e ovunque tu ti trovi nel mondo. Ti mando il mio amore. Sarai mia amica per sempre.
Con amore, Theodore.
Un rapporto tra due persone reali presuppone una condivisione, una crescita e uno scambio di affetto e sentimento. Un empatia che scaturisce solo nel momento in cui ci si avvicina a qualcuno, si accarezza o semplicemente si scambiano degli sguardi.Ripensando al film e al rapporto tra i due amanti mi è venuto in mente un portfolio visto al MACRO di Roma, la serie s’intitola 1:1 e l’autore, classe ’86, si chiama Fulvio Ambrosio.

E’ doveroso, a mio parere, fare un riferimento ad Aby Warburg, sapendo quanto la teoria dell’empatia (Einfuhlung) fosse, per lui e per la storia dell’arte tout court, importante.

La studiosa Alice Barale afferma:

«Lo spettatore si immedesima nell’inanimato, come se con la sua forza vitale e la sua anima fosse egli stesso dentro di esso […]». L’esperienza estetica è un credere e non credere […]. Né vero né falso, dunque, ma possibile[…]. «Nella parola apparenza [Schein]» scrive Vischer «occorre distinguere due significati: l’apparenza che ci inganna davvero e l’apparenza a cui ci abbandoniamo, pur sapendo che si tratta solo di apparenza».

Tutto ciò per dire che non è poi così difficile immedesimarci in oggetti inanimati quali opere d’arte o semplicemente delle bambole (le RealDoll sono un esempio di questo atteggiamento) e condividere con loro sentimenti che pensiamo essere reali, il tutto amplificato se l’oggetto inanimato è portatore di un’anima, che è pur sempre tecnologica.

Samantha è un sistema operativo dotato di voce, pensa e la cosa più interessante è che prova sentimenti umani: amore, erotismo, eccitazione e anche tradimento e voglia di libertà.

Caratteristiche umane per eccellenza che in tutto e per tutto fanno si che Theodore s’innamori di Lei come se fosse una donna vera ma senza un corpo ed è la musica a sostituire i momenti fisici e concreti come le carezze e i sentimenti.

Le fotografie di Ambrosio comunicano il rapporto che si instaura tra due persone che sia esso di affetto o semplicemente di conoscenza. Immersa nella luce soffusa del Macro ho cercato di immaginare quale fosse il rapporto giornaliero tra i due concentrando tutta l’attenzione sulle espressioni, ogni ritratto fa trasparire una sua personale e unica sensazione trasmessa grazie al contatto e alle carezze della mano del fotografo sul volto della persona ritratta. Un momento sinergico, non solo tra il fotografo (che attraverso la carezza entra in prima persona nella fotografia) e il soggetto ma anche con lo spettatore. Mi chiedevo: sarà la fidanzata? la nonna? la madre? un amico? un nemico?

Il fotografo sul suo sito afferma:

Mescolo la mia fotografia con i miei studi sulla psicoanalisi e le relazioni. Si tratta di una situazione sperimentale, insolita, dato che il toccare il volto di una persona è generalmente appannaggio di una relazione intima.

Sono sensazioni uniche che mai potremmo sostituire è quello che mi ha colpito è stato proprio il contrapposto con il film Her, Lei ovvero Samantha, un sistema operativo a cui donare l’amore, paradosso ancor più importante è che Theodore è uno scrittore di lettere d’amore, di una profondità geniale e romantica, ma che nella vita non riesce a donare il suo amore e vivere con trasparenza i suoi rapporti personali. Un po’ come l’algoritmo di Facebook che genera le mostruosità: “È stato un anno meraviglioso. Grazie di aver contribuito a renderlo tale”, è una macchina che sceglie le vostre foto, i vostri sentimenti e vi dice come è stato il vostro anno? Il mio è stato un anno di sofferenza, e allora perché questo Facebook non l’ha capito? Perché ad ogni accesso mi diceva: “Claudia. Ecco il tuo meraviglioso anno”. Eppure dalle foto o dagli scritti si poteva dedurre. La risposta è: Facebook è un programma, le tecnologie sono tecnologie e la carezza di una sorella, dell’amato, della madre, di un amico non può essere sostituita in nessun modo.

Senzazioni diverse che cambiano nel tempo, in ogni istante e con ogni persona che incontriamo. Con alcuni amici condividiamo tutto, non ci facciamo problemi ad essere più espansivi, con altri siamo più distaccati, con la propria madre ci si abbraccia continuamente oppure no. Rapporti che possono far bene, come anche far male ma in qualunque caso sono doni, scambi e condivisioni, piccole parti dell’altro che porteremo sempre con noi. Film, fotografia e vita in un continuum di sensazioni e riflessioni. Buona visione e buone emozioni!!

Per vedere la serie completa di Fulvio Ambrosio: qui oppure se siete a Roma e dintorni andate al Macro, perché è un gran bel museo e al momento vi è anche la mostra di Roger Ballen e molte altre.


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