Sense8 – season 1

Creato il 25 giugno 2015 da Arpio

Fino a poco tempo fa non avevo mai seguito una serie prodotta da Netflix. Il mio approccio con questa “emittente” via web, è stato con lo stupendo Daredevil di qualche mese fa. Il concept di far uscire tutti gli episodi in una volta sola, infatti, è piuttosto interessante, anche la rete rinuncia al commento di critica e spettatori nelle puntate trasmesse “one a week” e il dato sul successo o l’insuccesso della serie stessa è fornita, non tanto dagli streaming effettuati su Netflix, ma dai download illegali che si vengono a creare subito dopo l’uscita del “pacchetto”. Sense8 è quindi la seconda serie tv che ho seguito con questa modalità (finita di vedere un paio di settimane fa, anche se ne parlo solo ora).

Ideata dagli ex fratelli (ora fratello e sorella) Wachowski, la serie gira intorno a un gruppo di otto persone, una “cerchia” come ci viene spiegato, di Senseate: persone dotate di un particolare dono empatico. Gli 8 protagonisti provengono da luoghi e culture differenti, ognuno di loro è dotato di una sua particolare esperienza e capacità, che durante la storia risulterà utile agli altri. Will, vero protagonista della serie, è un poliziotto di Chicago. Riley, è una dj islandese che vive a Londra. Nomi, è un’attivista LGBT transessuale ed ex haker di San Francisco. Sun è una manager di Seul ed esperta nelle arti marziali. Capheus, è un autista di matatu a Nairobi. Lito, è un attore di Città del Messico che ha una relazione omosessuale segreta con Hernando. Kala, è una chimica farmaceutica di Mumbai. Wolfgang, infine, è uno scassinatore e criminale di Berlino.
All’inizio della serie vediamo Angelica (Daryl Hannah) “generare” il gruppo di sense8. Con lei ci sono – in forma non fisica – Jonas, che cercherà di aiutare la nuova cerchia, e Whispers, il villain della serie che sta cercando di eliminare i sense8.
Per poter capire a fondo la serie, però, credo sia necessario spiegare a fondo (per chi non l’avesse capito) come funzionano e quali sono le regole dei poteri dei Sense8. Una cerchia di Senseate è sempre costituita da 8 soggetti sparsi per il mondo. I Senseate hanno questo potere in maniera innata e già da piccoli possono esercitarlo con altri Senseate. Per “contattare” un altro Sensate – non facente parte della propria cerchia – si deve prima guardarlo negli occhi fisicamente. Una cerchia va attivata/generata da un altro Senseate di una cerchia differente. Gli appartenenti alla cerchia possono contattarsi anche se non si sono mai conosciuti in modo visivo. E’ possibile “far visita” a un senseate (andare con il pensiero dove si trova lui e vedere quello che vede lui) o “chiamare” un senseate nel luogo dove ci si trova. Un senseate può prendere “possesso” del corpo di un altro senseate solo se questo è d’accordo.

Ecco in breve spiegate quelle poche e basilari “regole” che intuiamo durante la prima stagione della serie. Una serie diretta magistralmente, con una fotografia da brivido. L’aspetto visivo è sicuramente quello che colpisce maggiormente, a discapito – purtroppo – di quello narrativo. La prima stagione, infatti, risulta spesso lenta e passata la confusione iniziale dello spettatore, nel doversi districare tra tanti personaggi e le modalità di questi poteri, che dona alla serie quel tocco intrigante e suggestivo, quasi tutti gli episodi vertono su storie personali degli 8 protagonisti. La cosa, effettivamente, rende ogni personaggio ricco di spessore, ma toglie molto tempo alla storia collettiva, che si concretizza solamente nelle ultime due puntate, in maniera piuttosto fugace e frettolosa. Al termine della prima stagione, infatti, molti degli 8 membri della cerchia, ancora non sanno neanche perché abbiano questo “potere”. Gli unici coscienti di tutto e del pericolo che stanno correndo sono Will, Riley e Nomi, relegando gli altri a ruoli secondari o piuttosto personali.
Colpisce, inoltre, la grande somiglianza con la serie tv Heroes e il suo concept di partenza: “una serie di individui sparsi per il mondo, scoprono di avere dei super-poteri e iniziano a cercarsi”. Chi non ha colto la somiglianza, forse, non ha mai visto Heroes.
Cosa aspettarsi dalla seconda stagione di Sense8? Beh, magari una storia condivisa, che non abbia più a che fare con i problemi personali dei singoli protagonisti, ma che coinvolga il gruppo in un’unica grande lotta contro Whispers e la sua organizzazione.



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