Senso di sé, realtà e autoinganno

Da Drmazzani
Di fronte alle perturbazioni dell’ambiente proprie all’esistenza, gli aspetti processuali evolutivi peculiari alla mente umana, a partire dalla primaria e fondamentale azione d’attaccamento-accudimento con le figure genitoriali presente dall’infanzia, e dalle coloriture specifiche a ogni singolo individuo proprie del pensiero astratto, emergenti con la maturazione del cervello nell’adolescenza, consentono primariamente di riferire a sé l’esperienza percepita, secondariamente forniscono lo stile affettivo e relazionale pertinente a ogni organizzazione di significato personale, e infine, permettono all'individuo di riconoscersi in maniera costante nel tempo e di dare un senso a sé e al proprio rapporto con il mondo.
La coerenza mentale risultante, che è un processo in costante divenire basato sull’autoreferenzialità semantica, avente la flessibilità strutturale utile a modificarsi solo quel tanto a integrare l’esperienza mantenendo intatta la propria organizzazione di significato, consente alla complessità cognitiva umana, di padroneggiare, in ambito di problem-solving, difficoltà adattive sempre maggiori.
Le interazioni tra genoma e apprendimento, che è l’istinto a imparare e ricordare del cervello umano, forniscono la base all’assetto processuale evolutivo dell’identità.
Il senso di sé si costruisce inizialmente dalle sensazioni, percezioni, immagini limitatamente consapevoli e appena elaborate che è il “cosa si prova”, in seguito mediante le emozioni associate si ha il “come si prova”, infine, attraverso operatività logico-razionale, avviene la “spiegazione dell’esperienza” alla luce di quelle in precedenza vissute al fine di mantenere la coerenza interna, quindi il senso di sé.
La conoscenza umana è finalizzata non a riprodurre fedelmente la realtà, ma a mantenere costante la coerenza, il fine è dare contorni stabili e definiti nel tempo alla propria identità personale.
L’assimilazione dell’esperienza è resa possibile solo attraverso processi autoreferenziali, che utilizzano idonee spiegazioni fortemente soggettive al fine di mantenere l’orientamento su di sé che è cosa basilare alla sopravvivenza, ed è qui che nasce l’autoinganno quale caratteristica propria alla natura processuale della mente!
Mazzani Maurizio