Non ho trovato, tra tutti gli interventi letti, nessuna indicazione riguardo i sensori pressometrici.
Sono validi oppure sono solo una trovata commerciale?
- Valerio
Buongiorno Valerio
Degli infrasuoni / sensori di pressione /ultrasuoni ed altre tecnologie obsolete ne abbiamo parlato, credo in risposta a delle domande come la sua — ma in effetti mi rendo conto che in un blog (dove non è possibile ‘taggare‘ i commenti) diventa difficile ricercare e soprattutto trovare tutti gli argomenti.
Le rispondo comunque volentieri sull’argomento perché spesso si parla di sensori che dovrebbero essere trasduttori di pressione, ma che in realtà alla fine sono solo dei microfoni selettivi che sentono le onde di pressione. Questi sensori – ampiamente utilizzati e testati in passato (un passato abbastanza remoto della sicurezza antifurto domestica!) – sono stati altrettanto ampiamente rimpiazzati da tecnologie come l’infrarosso passivo e la microonda, anche abbinate, proprio per la loro scarsa affidabilità.
Ipersensibili allo spiffero più leggero od alla vibrazione causata dallo spostamento d’aria, a causa della loro facile perturbabilità, generano spesso falsi allarmi o – se la pressione dell’ambiente non è costante (ad es. per una finestra o porta aperta) non rilevano proprio e questo non ne giustifica un utilizzo negli impianti di sicurezza soprattutto quando l’alternativa è quella economica ed affidabile dell’infrarosso passivo e della microonda.
Non credo comunque che si possano definire una ‘trovata commerciale’: i sensori di pressione funzionano, e anche bene. Ma sono adatti per ambienti particolari come il caveaux di una banca, sigillato da una porta blindata e senza finestre o altre aperture, non per un appartamento con porte, finestre, spifferi d’aria, etc.