Sentenza choc della Corte Costituzionale. Canna? E vai... e il Papa caccia un prete pedofilo. Che giornata!

Creato il 13 febbraio 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Capito come siamo messi? Nonostante tutte le sfighe capitate a questa nazione negli ultimi venti anni, ci doveva piovere addosso un governante che dice di affidarsi alle doti taumaturgiche della divina Provvidenza. Se il capo del governo si affida alla Provvidenza, il nostro amico ferroviere pensionato delle FFSS di Busto Arsizio, secondo voi a chi dovrebbe affidarsi, a Mago Zurlì? Ma ieri è stata una giornata storica, anche se il Sindaco e il Nipote non c'entrano una mazza con la nostra legittima soddisfazione, anzi. Fosse per loro dovremmo essere incazzati come Yak tibetani dopo una slinguata di lama, però né Renzi Letta sono Yak anche se sono perennemente incazzati lo stesso. Pensate, Papa Francesco, per la prima volta nella sua storia millenaria, ha buttato fuori dalla Chiesa un prete pedofilo. Nessun appello, nessuna comprensione. Prima che la legge dell'uomo potesse prendere una decisione, è arrivata quella divina in tonaca e zucchetto bianco che ha detto al birbone in tonaca nera: “Fuori e non passare dal Via che il bonus non te lo do”. Pensate, non c'è stato uno straccio di vescovo che abbia testimoniato a favore del pedofilo, nessun alto o medio prelato che abbia detto: “Ho i documenti in mano, i bambini di cui sopra erano tutti diciottenni nani e le bambine non erano bambine ma emule di Jane Birkin”. Hanno taciuto tutti e Papa Francesco, stanco del luogo comune in voga che assegna il ruolo di pedofili a tutti coloro che vanno in giro con un collarino bianco, motu proprio ha iniziato a fare pulizia. Chissà se in confessione, al pedofilo è andata meglio? Giornataccia non solo per i sostenitori dell'amour jeune, ma anche per i proibizionisti italiani, quasi tutti cattolici, quasi tutti fautori del “fallo purché nessuno lo sappia”. La Corte Costituzionale, con sentenza senza appello, ha sancito che le droghe non sono tutte uguali. Che la legge Fini-Giovanardi è una porcata e come tale va abrogata. Si torna all'antico, ai tempi in cui farsi uno spinello non era reato. Carletto Giovanardi ha dato di matto: “Questa è una sentenza politica”, ha urlato minacciando di buttarsi dalla torre degli Asinelli. Quando si è accorto che nessuno aveva chiamato i pompieri con il telo, si è ritirato in buon'ordine a Santa Maria Maggiore, piangendo come un formichiere del Ruanda che invece di un formichiere ha beccato un nido di vespe. Il fatto è che senza ricorrere a indulti e amnistie, da domani le carceri saranno un po' meno piene. Insomma, la Corte Costituzionale, in un sol colpo, ha risolto un problema e mezzo. Gli amanti dello spino potranno tornare a sfumacchiare senza sentire il tintinnio delle manette, e le celle delle carceri italiane saranno un po' più vivibili. Vogliamo tornare a essere un paese che la UE non bacchetta a ogni soffio di vento boreale? Abroghiamo la totalità delle leggi-stronzate dei governicchi di Silvio e il gioco è fatto. 

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