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La Suprema Corte infatti ha respinto il ricorso dell’Inail nei confronti di una sentenza della Corte di Appello di Brescia del 2009, nella quale si era riconosciuto ad un sessantenne di Carpenedolo, Innocente Marcolini, ex dirigente d’azienda, la sua malattia (tumore benigno al trigemino) come malattia professionale poiché causata dall’uso continuo del cellulare per motivi di lavoro protratto negli anni.
La sentenza della cassazione ha stabilito che ammalarsi di una patologia tumorale a causa dell’utilizzo, per lavoro, protratto per diversi anni di telefonino e cordless dà diritto alla malattia professionale e alla relativa rendita.
La caparbietà di Marcolini e la competenza e l’esperienza di chi lo ha seguito in questa battaglia, come i professori Giuseppe Grasso, neurochirurgo di Brescia e Angelo Gino Levis, oncologo e ordinario di Mutagenesi Ambientale all’Università di Padova, l’hanno portato a questa importante vittoria. Ora, l’Inail sarà costretta a versare al lavoratore una pensione per una invalidità all’80%.
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