definiti come voci nella notte,
stantii come ciondolii di cani randagi…
Vanno e perdono rotte,
giocano a intrecciare grottesche labbra di terra.
Gemono e godono nel calpestio di mani.
Han lasciato cicatrici sul mio tempo
come lame di possibilità,
ed io, figlio di un mai,
ne ho percorsi senza ragione.